Probabilmente avrete già sentito la notizia: qualche settimana fa Boeing ha annunciato la sospensione del servizio Interneta bordo degli aerei collegati al suo servizio wireless. La storia, a grandi linee, è andata così: dopo un intenso periodo di ricerca e sviluppo, Boeing annuncia nel 2000 il lancio del suo sistema di connettività Connexion, basato su un sistema wireless ad ampia banda operante all’interno dell’aeromobile, rilanciando quindi fra i passeggeri un segnale proveniente da una connessione satellitare. Risultato, la possibilità di usare il proprio portatile o il proprio internet device durante il volo, per lavorare, guardarsi la mail, telefonare usando Skype (alla faccia del bando dei cellulari a bordo), chattare e più generalmente ingannare il tempo durante gli interminabili viaggi intercontinentali, sfruttando le illimitate possibilità di entertainment offerte da Internet.
Le previsioni dell’azienda, derivanti da uno studio di mercato, proiettavano un’opportunità di business pari a circa 70 miliardi di dollari per il decennio successivo. Vista la ricchezza della torta molte compagnie aeree hanno provveduto a passare ordinativi all’azienda aeronautica per la installazione del sistema a bordo dei propri aeroplani, nonostante l’elevatissimo costo di impianto, pari a mezzo milione di dollari (!) per aeroplano. All’avanguardia del settore Lufthansa, che non solo ha investito molto nella collaborazione tecnica per lo sviluppo del sistema ma l’ha collocato su 62 dei suoi 80 aerei a lungo raggio; e altre installazioni sono state effettuate da Scandinavian Airlines System, Japan Airlines, Korean Air, All-Nippon Airways, Singapore Airlines e China Airlines, solo per citare alcune delle 12 linee aereeche l’hanno piazzato su circa 150 aeroplani.
La soddisfazione dei clienti, alla prova dei fatti è risultata molto elevata, grazie a un’ eccellente qualità e continuità del servizio. L’ultimo (o più correttamente penultimo) capitolo della storia vede Boeing annunciare in agosto la sospensione del servizio, a causa dell’insufficiente domanda e quindi dell’impossibilità di avvicinarsi a una seppur remota copertura dei costi, per non parlare dell’ipotesi di fare profitti, definibile in questo scenario come fantascientifica. Il servizio, per quanto gradito, ha attirato pochissimi utilizzatori paganti – a quanto pare cifre attorno ai 3/4 utenti per ogni volo, con punte di una quarantina durante certi voli transatlantici di Lufthansa.
Peccato; considerando però il prezzo di quasi 10 dollari l’ora (o di 27 dollari per l’intero volo, in revenue sharing tra Boeing e la linea aerea) resta più comprensibile l’esitazione del pubblico a spendere per la connessione. A tutto ciò si è inoltre aggiunto il doppio colpo dell’11 settembre e dell’aumento dei costi del carburante, che hanno messo le linee aeree in una posizione estremamente difensiva e di taglio dei costi.
La ritirata di Boeing è risultata fortemente sgraditaagli operatori aerei ed esiste un forte interesse da parte dei vettori a trovare soluzioni alternative (meno costose per l’operatore e per il pubblico pagante). Su questo fronte sono aperti diversi progetti. In primis la riattivazione di Connexion attraverso l’acquisto del sistema da parte di un altro operatore più efficiente e/o smart dal punto di vista marketing. Dall’altra parte dovrebbe esserein dirittura d’arrivo un sistema alternativo proposto dall’arcirivale di Boeing, ovvero il consorzio Airbus che dovrebbe introdurlo a inizio 2007 sugli A320 e successivamente su altri modelli, incluso sul futuro A380 (per altro afflitto da una serie di drammatici ritardi di consegna che stanno mettendo in grandi difficoltà l’azienda europea).
Se l’Internet aereo è stato costretto a un atterraggio forzato, le migliori intenzioni di decollare hanno i servizi di Internet per le automobili. Negli Stati Uniti sono già attivi servizi come TracNet, un servizio che permette di collegare a Internet dispositivi come portatili o semplici schermi televisivi Lcd posti nell’auto (o in barca).In questo caso la connessione avviene attraverso sistemi telefonici di generazione avanzata, anche se si prevede in un futuro l’integrazione della connettività WiMax. Internet in macchina presenta una serie di potenziali applicazioni molto interessanti, sia per i passeggeri che per il guidatore.
Per chi guida l’applicazione più naturale sarà quella delle informazioni in tempo reale sul traffico, di sistemi di navigazione sempre aggiornatissimi, di informazione sui punti di rilievo del proprio percorso, guide turistiche e prenotazione di ristoranti… anche se la klller application potrà un domani essere la ricerca e prenotazione di un parcheggio, bene sempre più scarso in molte città. Sul fronte dei passeggeri di nuovo si propone il tema dell’entertainment, integrando o sostituendo i lettori automobilistici di Dvd. In questo caso, oltre ai contenuti in streaming, è probabile si affianchino nel medio/lungo periodo servizi di download dei contenuti, come film e cartoni animati.
Questo tipo di servizi (probabilmente, per questioni di diritti e revenue, orientati su contenuti monouso in cui si pagherà la fruizione e non il possesso) supplirebbe alle inevitabili interruzioni della copertura del segnale, consentendouna fruizione ininterrotta durante il viaggio, anche in percorsi afflitti da una overdose di gallerie. Sarà poi possibile (preferibilmente fermandosi un momento, specialmente nel caso del conduttore) collegare un portatile o un tablet al sistema, che trasforma la vettura in un hotspot WiFi e in un ufficio connesso (cosa peraltro già dignitosamente possibile dalle nostre parti con una connessione telefonica 3G o anche meno).
Secondo le ricerche di mercato (ma sappiamo quando possano essere inaffidabili…) il sistema avrebbe un buon potenziale negli Stati Uniti, dove un 40 per cento dei Suv di lusso e dei minivan sono già dotati di schermi televisivi interni… e dove c’è un monitor, c’è probabilmente una voglia di Internet. Secondo una recente ricerca dell’istituto CNW, già un 14% dei guidatori sotto i 30 anni sarebbe interessato ad avere web e e-mail in auto, con una crescita di oltre il 200% rispetto a un paio di anni fa.
Anche in questo caso il fattore prezzo risulterà determinante. Al momento mettersi in auto un sistema TracNet costa circa 2.000 dollari, più un fisso di connessione a Verizon (l’operatore cellulare che fornisce la connessione) tra i 60 e gli 80 dollari al mese. Prezzi, a mio parere, tali da scoraggiare un’ampia diffusione. Non voglio generalizzare, ma io viaggio spesso e a volte con 4 o 5 dispositivi in grado di connettersi a Internet; eppure tuttora resisto alle tariffe proposte dagli operatori, dal momento che ricorrere a un buon vecchio Internet café resta ancora sufficientemente pratico ed enormemente più conveniente.