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L’International Intellectual Property Alliance disegna la mappa della pirateria

23 Febbraio 2004

L’International Intellectual Property Alliance disegna la mappa della pirateria

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L'indagine per valutare il livello di pirateria, ha toccato 56 paesi. L'Oscar spetta al Pakistan, con il 100% di musica pirata nel 2003

L’organizzazione americana IIPA, ha appena reso noto al pubblico il suo bilancio sui tassi di pirateria di cinquantasei paesi, che si tratti di musica, di pellicole, di software, di videogiochi o di libri.

In tutti questi paesi, il cinema americano si è visto privare di 1,528 miliardi di dollari d’introiti nel 2003, quasi 100 milioni in più rispetto al 2002. Stessa sorte è toccata alla musica, con una perdita che ammonta a più di 2,2 miliardi nel 2003.

Due paesi si sono particolarmente distinti: il Pakistan e il Paraguay, con tassi di pirateria musicale del 100% e del 99 % rispettivamente. Tenendo invece presenti tutti i settori artistici, è in Russia che è registrato il più alto tasso di pirateria. Con perdite, per l’industria del disco, di 405 milioni di dollari, secondo la Recording Industry Association of America (RIAA), e 275 milioni di dollari per i film.

L’industria del software, rappresentata da Business Software Alliance (BSA), non ha ancora fornito alcuna cifra per l’anno 2003, né sulle perdite né sul tasso di pirateria.

Basandosi sui dati raccolti, sulla loro evoluzione, sugli sforzi delle autorità nazionali e sull’arsenale legislativo a disposizione, la IIPA ha stilato un elenco di paesi da sorvegliare. Il Pakistan e l’Ucraina sono in cima alla lista, evidenziati in rosso, anche a causa dell’inefficienza delle autorità locali e della mancanza di leggi nazionali adeguate.

Il Paraguay e la Cina sono sotto stretta osservazione e devono beneficiare della cooperazione degli Stati Uniti nella lotta contro la pirateria.

Anche l’Europa non è da meno. La Polonia la parte del “leone”, con un tasso di pirateria pari al 45% nel settore musicale. La Lituania (85% di musica piratata nel 2002 e nel 2003), anche l’Italia, la Romania e la Spagna sono citate.

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