Nel tentativo di superare la sempre più pressante penuria di ingegneri e programmatori di alto livello, l’industria high-tech statunitense sta facendo nuovamente pressione sui legislatori del Congresso per ampliare la quota annuale di visti per stranieri. Nonostante questi siano stati quasi raddoppiati per l’anno in corso — 115.000 rispetto ai 65.000 del 1998 — tale quota è stata già raggiunta a metà giugno. Le aziende non potranno inoltrare nuove applicazioni fino al primo ottobre, e comunque l’iter di approvazione richiede due-tre mesi, per cui soltanto ad inizio 2000 i nuovi assunti potranno effettivamente entrare in USA.
A detta delle industrie informatiche, ciò comporta gravi problemi nel settore perchè, nonostante la continua ricerca di personale qualificato all’interno del territorio nazionale, negli ultimi dieci anni la presenza di ingegneri elettronici statunitensi è scesa del 40 per cento. Diviene quindi sempre più cruciale assumere esperti high-tech provenienti da altri Paesi, in particolare dall’Asia Sud-orientale e dal subcontinente indiano.