L’industria discografica ha annunciato l’avvio di iniziative legali in Europa e Canada contro soggetti che illegalmente detenevano e condividevano un numero consistente di file musicali protetti dalle normative sul copyright. Complessivamente, tra azioni civili e penali, sono coinvolte 257 persone.
La prima ondata di iniziative legali ha avuto luogo in Danimarca, Germania, Italia e Canada ed è costituita da una serie di azioni, a vari livelli, contro individui che illegalmente rendevano disponibili centinaia di brani musicali attraverso la loro riproduzione, trasmissione e distribuzione tramite servizi di file-sharing.
IFPI, l’associazione che rappresenta l’industria discografica mondiale, ha chiarito che si tratta di un’azione inevitabile e necessaria. Da tempo, infatti, l’industria discografica persegue una strategia di informazione volta ad educare il più possibile sull’illegalità della condivisione online di brani musicali senza autorizzazione e sui danni che la condivisione stessa genera.
Una serie di studi condotti da terze parti ha infatti rivelato come il file sharing illegale sia una delle principali cause della crisi del mercato musicale, un mercato che nel 2002 ha fatto segnare una riduzione del 7,4% e che per il 2003, secondo le prime stime, farà registrare un ulteriore calo del 7%.
Nel contempo, l’industria discografica sta sostenendo lo sviluppo di sempre nuove alternative legali: più di 500.000 consumatori in Europa, infatti, hanno accesso a un catalogo di 300.000 brani disponibili su 50 siti legali.
Jay Berman, Presidente e Amministratore Delegato di IFPI, ha dichiarato: “Questo annuncio non dovrebbe rappresentare una sorpresa. Nel corso dell’ultimo anno l’industria discografica è stata particolarmente attiva, sia a livello internazionale sia locale, nell’informare ed educare sui danni generati dalla pirateria musicale online, spiegando le normative vigenti in tema di utilizzo di opere protette da copyright e promovendo i siti che dispongono di un ampio catalogo di musica legalmente accessibile. Ultimamente, tuttavia, abbiamo compreso che questa campagna d’informazione non era sufficiente: il pubblico sa che scaricare musica da Internet è illegale e quanto questa pratica stia danneggiando l’industria musicale, ma persevera comunque nella pratica, pensando di essere intoccabile”.
Azioni legali in quattro paesi
Le azioni legali sono state intentate in quattro paesi:
Italia: 30 persone denunciate dalla Guardia di Finanza in un’operazione partita a gennaio 2004 e conclusasi nel giro di un mese e mezzo. Nell’ambito dell’attività sono stati posti sotto sequestro decine di computer, decine di hard disk e periferiche di archiviazione e circa 50.000 file illegali.
- Danimarca: 120 persone hanno ricevuto una lettera di diffida a cessare l’attività illecita e a versare un risarcimento.
- Germania: 68 persone sono state denunciate alle autorità competenti per utilizzo illegale di sistemi P2P.
- Canada: 29 persone sono state citate in tribunale.
Gli individui coinvolti affronteranno le conseguenze legali che ne derivano dal quadro normativo di ogni singolo Paese. In termini economici l’ammontare totale dei risarcimenti, delle multe e delle sanzioni amministrative potrebbe aggirarsi attorno a diverse migliaia di euro a persona.
L’upload di grandi quantità di file musicali causa seri danni all’industria della musica L’upload illegale ha severamente danneggiato l’industria della musica a livello globale, causando la caduta delle vendite e la perdita del posto di lavoro per migliaia di persone. Il fenomeno, che si è verificato in tutto il mondo, ha generato una perdita globale che va dai 38 miliardi di dollari nel 1998 ai 30 miliardi di dollari nel 2003.
Il crollo delle vendite è stato particolarmente significativo nei paesi dove ha avuto luogo la prima ondata di cause legali. Negli ultimi cinque anni, il livello delle vendite in Canada ha subito una diminuzione del 30% circa. Negli ultimi tre anni, in Germania le vendite sono diminuite di oltre il 30% e in Danimarca addirittura del 50%. Le vendite di album musicali in Italia sono scese di 50 milioni di euro tra il 2001 e il 2003.
Intanto si stima che il numero di file musicali protetti da copyright e illegalmente condivisi via Internet, tramite software di file sharing, sia cresciuto dai 500 milioni del 2002 agli attuali 800 milioni.
Continua la campagna di educazione e informazione
Recenti dati pubblicati da IFPI mostrano che il pubblico in genere si rende conto dell’illegalità relativa al download non autorizzato di file musicali, il che mostra che, in qualche modo, la campagna globale di informazione ha funzionato.
Come emerge da ricerche di mercato svolte in quattro paesi europei, una media di due persone su tre sa che la condivisione gratuita di musica protetta da copyright è illegale. In Italia tale percentuale scende al 50%.