Le major sono pronte a denunciare i siti Web che pubblicano i testi delle canzoni senza disporre delle licenze ufficiali. Gracenote, la più nota piattaforma di distribuzione di contenuti editoriali correlati alla musica, ha dovuto ripiegare e mettere in regola il suo servizio CDDB – il più grande database discografico del mondo. I dettagli dell’accordo fra le major e Gracenote non sono stati divulgati; l’unica certezza è che ogni testo disponibile online è finalmente coperto da licenza. Il problema, adesso, riguarderà tutti gli altri siti che pubblicano i testi delle canzoni gratuitamente o a scopo di business. Una differenziazione che all’industria discografica pare non interessare, ma che Ralph Peer, CEO della casa indipendente PeerMusic, reputa fondamentale per non alimentare una caccia alle streghe.
Al centro della questione rimane comunque l’interpretazione delle normative riguardanti il diritto d’autore. Se da una parte i testi delle canzoni sono giustamente considerati “opere d’ingegno” – quindi soggetti a copyright – è anche vero però che in presenza di trascrizioni o traduzioni degli stessi, per scopi critici o non-profit, la violazione del diritto d’autore diventa nettamente più discutibile – almeno secondo numerose organizzazioni di consumatori. A questo punto è ormai certo che l’industria musicale è intenzionata a rendere licenziabile ogni prodotto riguardante la musica. Così è stato per gli spartiti, dal lontano dicembre 2005; così sarà anche per il testi delle canzoni.