L’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha finalmente reagito al servizio Wildcard di VeriSign, invitando la società americana a sospendere la propria attività fino a che “i diversi resoconti in corso non siano stati redatti”. Invito che VeriSign, per ora, ha declinato.
Come già detto nel nostro precedente articolo, la società che gestisce i domini “.com” e “.net” ha creato un servizio che reindirizza automaticamente verso il proprio motore di ricerca SiteFinder le richieste sbagliate degli utenti. In altre parole, quando un utente digita un indirizzo Internet con estensione “.com” o “.net” inesistente (o non ancora registrato), dal 15 settembre 2003 viene automaticamente reindirizzato verso il servizio di VeriSign.
Le riflessioni dell’ICANN
In seguito al diluvio di proteste che l’iniziativa di VeriSign ha sollevato, L’ICANN si è preoccupato della sua legalità. “Dall’avvio del servizio – riferisce un comunicato dell’organismo – l’ICANN ha analizzato le reazioni della Comunità e le conseguenze tecniche del servizio Wildcard, e sta rileggendo attentamente i termini del contratto stipulato con VeriSign per la gestione dei domini “.com” e “.net”.
L’ICANN ha attivato il suo comitato consultivo sulla sicurezza e la stabilità e non l’ufficio incaricato dell’architettura Internet (Internet Architecture Board, IAB). Quest’ultimo, comunque, alimenta le polemiche tramite un’approfondita analisi sulle nefaste conseguenze dell’iniziativa di VeriSign sul funzionamento dei DNS (il sistema che traduce gli indirizzi alfabetici in indirizzi IP). In poche parole lo IAB invita chiunque utilizzi sistemi di reindirizzamento Wildcard a interromperli immediatamente.
In effetti, VeriSign non è la prima società del settore a reindirizzare gli utenti verso i propri server. Microsoft propone un servizio simile, che, a partire da Internet Explorer o MSN, rimanda automaticamente l’utente verso il proprio motore di ricerca MSN Search. Ma si tratta di una funzione propria del browser della software house, che è, peraltro, disattivabile. Una funzione, comunque, ormai superata a monte, almeno per gli indirizzi “.com” e “.net”, dall’iniziativa di VeriSign.