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Li ho visti, erano 15 mila

04 Novembre 2014

Li ho visti, erano 15 mila

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Lo perplessità nasce da un bando regionale che vorrebbe facilitare l'introduzione delle nuove tecnologie… infotelematche?

La scuola s’interroga sul suo futuro e le regioni cercano di avvicinare il sempre più sterminato corpo insegnante italiano a una nuova didattica, ma ciò che sta realmente accadendo è che i bambini sono già sulla corsia di sorpasso.

Non è un caso che in 15 mila abbiano partecipato attivamente ai workshop a loro dedicati all’ultimo Maker Faire romano, mettendo mano a robot, microcontrollori, software e autocostruzioni d’ogni genere, passando per il Meccano dell’era moderna, ovvero la stampante 3D.

Una generazione di ragazzi che in meno di un decennio, al netto delle bocciature, avranno già invaso le classi dove ancora ci si domanda come riuscire a portare, recita il bando di cui sopra,

Innovazione della funzione docente con particolare riferimento all’utilizzo delle strumentazioni infotelematiche.

Sarà l’uso dei termini, sarà la strumentazione infotelematica, sarà un mio pregiudizio sul sistema, ma tutto questo parlare della scuola mi suona antico, già superato, sepolto dalla realtà.

La stampante 3D è infotelematica? Arduino è infotelematica? L’open source, gli ambienti collaborativi, la concezione aperta del sapere, la condivisione delle idee e dei progetti rientrano nell’infotelematica? I maker sono soggetti infotelematici? L’IoT (Internet delle Cose) farà parte dell’infotelematica?

Piccoli maker

Piccoli maker crescono.

Perché infotelematica non rimanga una parola vuota immagino che ci sia da augurarsi una risposta positiva a tutto e soprattutto c’è da sperare che chi fruirà dei bandi in questione, erogatori e docenti, salti a piè pari il momento di chiedersi se sia un bene introdurre queste strumentazioni.

L’unica decisione da prendere è temporale: quanti mesi, non di più, devono passare per scegliere i tablet da adottare massivamente nelle classi, quanti per decidersi ad abolire definitivamente le già superate LIM, quanti per convincere il corpo insegnante a un atto di umiltà.

Chi non fosse in grado di seguire i ragazzi nell’uso delle risorse che già hanno in mano quotidianamente, faccia un passo indietro o, perlomeno, uno in basso. In modo che siano i ragazzi a usare gli strumenti, i docenti ad amplificarne le potenzialità – nell’attenzione alle capacità dei singoli – e tutti lascino fluire le informazioni che sono già tutte disponibili a chiunque. Inutile appesantirle, utilissimo indicarne le sorgenti e il come fruirne.

Quin Entyre

Quin Entyre: a 13 anni i suoi robot li vende.

Scusate, sto sognando a occhi aperti. Anche se i ragazzi, alla Maker Faire, sono stati un incontro reale e forse mi sto perfino giocando la possibilità, offertami, di partecipare come formatore a uno dei momenti di aggiornamento di cui sopra.

Se il sogno continua, ne scriverò. Teniamoci in contatto infotelematico.

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