Gli studenti iscritti a questi corsi vengono preparati su diverse materie: dai principi base di programmazione informatica al marketing e alle materie di economia. Anche se molti scettici sostengono si tratti di una laurea troppo specialistica che non fa che seguire una moda, molti college ritengono che gli studenti usciranno dal loro percorso formativo universitario “con una marcia in più”.
Nei prossimi 28 mesi sono previsti 50 programmi focalizzati sull’e-commerce e le Università ad averli già istituiti sono, non si può negarlo, di tutto rispetto: Carnegie Mellon University, University of South Alabama, Old Dominion University in Norfolk Texas, Christian University in Fort Worth, per fare qualche esempio.
Secondo i sostenitori di questi corsi di studi è necessario formare persone che abbiano un approccio interdisciplinare alle nuove forme di commercio portate dalla rete. Gli informatici infatti non hanno nessuna idea delle regole di economia e, viceversa, gli economisti non hanno alcuna conoscenza informatica. Presto, sostiene il preside della Carnegie Mellon, queste lauree acquisiranno la stessa importanza di quelle in computer science, cioè in informatica.
Altre scuole come la Stanford University, non hanno fatto la stessa scelta perché ritengono che presto l’e-commerce sarà talmente diffuso che non ci sarà bisogno di dedicarvi un corso apposito perché entrerà a far parte degli studi di economia.
Anche chi non ha attivato corsi specifici sull’e-commerce, ha tuttavia dedicato grande attenzione al tema. Gli studenti MBA (master in business admnistration) della Pennsylvania’s Wharton School of Business, possono scegliere ad esempio un indirizzo dedicato al commercio elettronico.
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