È questo l’orientamento europeo dopo l’incontro che i ministri delle telecomunicazioni hanno avuto a Bruxelles.
Questa notizia è stata riportata dal sottosegretario alle comunicazioni, Vincenzo Vita.
“Ho notato con molto interesse – ha detto Vita – che la maggior parte dei paesi dell’Ue considera Internet parte integrante del servizio universale, d’accordo con quella che è la posizione italiana”.
Il consenso espresso a Bruxelles nel dibattito sull’organizzazione e la gestione di Internet è stato “molto rilevante” ha aggiunto Vita indicando che “questo ci permetterà ora di riproporre con più forza questo punto per studiare come renderlo più esplicito” in Italia.
È stato, secondo Vincenzo Vita, “l’effetto Lisbona” a permettere questa unanimità di consensi,
Vita ha tenuto però a precisare che “qui si parla di accesso non di utilizzo gratuito della rete”.
Per l’uso si ipotizza una tariffa “flat” quanto più possibile vicina alla gratuità.
I costi del servizio universale, come prevede il decreto ministeriale del 23 aprile ’98 (http://www.comunicazioni.it/normativa/teleco/tel%5Fintercon.htm), verranno coperti dall’apposito fondo a carico dei vari gestori.
Se Internet entra nel servizio universale, diventa un “diritto diffuso”, diverso dall’ipotesi di finanziamento gratuito ventilata dalle imprese attraverso la pubblicità, che resterà uno strumento di concorrenza e di marketing.