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La tassa sui CD vergini

22 Dicembre 2000

La tassa sui CD vergini

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In Francia si sta studiando la possibilità di tassare i cosiddetti “Cd vergini”. Incaricata dello studio una commissione governativa, con rappresentanti dei consumatori, industria discografica e la Sacem (la SIAE …

In Francia si sta studiando la possibilità di tassare i cosiddetti “Cd vergini”. Incaricata dello studio una commissione governativa, con rappresentanti dei consumatori, industria discografica e la Sacem (la SIAE francese).

Questo gruppo sta studiando i modi per applicare questa tassa, simile a quella già imposta sulle cassette audio e video, dal 18 di aprile di quest’anno.
Le ultime notizie parlano di un aumento del prezzo di questi supporti digitali da 1,5 franchi a 3 franchi (circa 900 lire).

Secondo Brun Buisson, che presiede questa commissione, gli aumenti saranno attuati dall’inizio dell’anno prossimo.

In Francia, dal 1986, il prezzo dei supporti audio e video comporta che una parte di esso vada alle società degli autori, artisti-interpreti e produttori audiovisivi.
La tassa corrisponde a 1,5 franchi per ora di registrazione sonora e di 2,25 franchi per il video.

E in Italia?
Abbiamo chiesto alla SIAE (Società italiana autori ed editori) che ci ha gentilmente fornito le informazioni.

In Italia esiste una legge, la n. 93 del 5 febbraio 1992, che regola le ” NORME A FAVORE DELLE IMPRESE FONOGRAFICHE E COMPENSI PER LE RIPRODUZIONI PRIVATE SENZA SCOPO DI LUCRO”.

All’articolo 3 comma 1, viene specificato che “i produttori originari di opere audiovisive e i produttori di vidoegrammi, e loro aventi causa, hanno diritto di esigere, quale compenso per la riproduzione privata per uso personale e senza scopo di lucro di fonogrammi e di videogrammi, una quota sul prezzo di vendita al rivenditore dei nastri o supporti analoghi di registrazione audio e video (musicassette, videocassette e altri supporti) e degli apparecchi di registrazione audio”.

In pratica il nostro legislatore aveva già previsto che i supporti potessero essere nuovi e diversi da quelli allora (si parla del 1992) in commercio.
Quindi, non nostro paese i CD-R sono già tassati come peraltro anche i nuovi supporti (smartmedia, flash card, ecc.).

Sempre all’articolo 3, poi, viene specificata la percentuale che spetta alla SIAE su ogni tipo di supporto venduto in Italia.
” Il compenso di cui al comma 1 è fissato nella misura del: a) 10 per cento del prezzo di vendita al rivenditore dei nastri o supporti analoghi di registrazione audio (musicassette e altri supporti audio); b) 5 per cento del prezzo di vendita al rivenditore dei nastri o supporti analoghi di registrazione video (videocassette e altri supporti video); c) 3 per cento del prezzo di vendita al rivenditore degli apparecchi di registrazione audio”.

Il compenso viene corrisposto alla SIAE, come dicevamo, che a sua volta lo gira “anche tramite le loro associazioni di categoria, per il 50 per cento agli autori e loro aventi causa e per il 50 per cento ai produttori di fonogrammi”.

Una procedura simile esiste anche per l’hardware, nella misura del 3 % sul prezzo di vendita (masterizzatori, duplicatori, ecc.).

Sempre dalla SIAE, apprendiamo che è allo studio una riduzione del 30 % di questa tassa, sui CD-R per copia di dati, come quelli che vengono usati dalle aziende informatiche per distribuire i loro prodotti.

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