Le industrie discografiche stanno combattendo una guerra senza riserve contro la pirateria e lo scambio di musica online (che per loro, sempre pirateria è). Una guerra che spesso li ha visti contrapposti a siti (Napster, per tutti) e anche singoli utenti. I loro combattenti di punta? Ma gli avvocati, naturalmente.
Sono loro che hanno consigliato Matthew Oppenheim (segretario del SDMI, la Secure Digital Music Initiative) a spedire una letteraccia di minacce a Edward Felten, professore dell’Università di Princeton e capo di un gruppo di ricercatori.
Questo gruppo, infatti, ha scoperto il modo per “saltare” le protezioni realizzate dal SDMI e utilizzare la musica senza perdere in qualità.
Da qui la lettera di minacce se queste informazioni venissero divulgate, cosa che dovrebbe accadere nel corso di una conferenza a cui dovrebbe partecipare il professor Felten e la sua équipe.
Tutta la vicenda (l’abbiamo raccontata in questa rubrica) parte a fine 2000, quando – proditoriamente e un po’ fanfaronescamente, adesso possiamo dirlo – la SDMI lancia una sfida: chi sarebbe stato in grado di far saltare la protezione messa in atto dal consorzio, avrebbe ricevuto un premio di 10 mila dollari.
Come, spesso, succede in campo informatico: detto, fatto. Felten e i suoi scoprono come aggirare le protezioni e, in cambio dei soldi, chiedono il diritto di diffondere i loro risultati.
Ad oggi, nessun documento è uscito dai laboratori di Princeton, perché le due parti sono ancora in causa.
Morale: in informatica il “sicuro” è morto e c’è sempre qualcuno più bravo di te, soprattutto se lo metti alla prova sfidandolo, pure.