Abbiamo intervistato Matteo Balocco, esperto di user experience e web design ma soprattutto organizzatore di Kerning, il convegno internazionale sulla tipografia in programma a Faenza il 2 e 3 maggio 2013. Si tratta del primo evento internazionale in italia dedicato esclusivamente alla tipografia e in particolare alla web typography, disciplina recente e promettente per quanti lavorano alla riconciliazione tra tecnologia e arti liberali e, per esempio, tra editoria e rete.
Tipografia? Ma non è una parola del secolo scorso, o peggio? Che senso ha nel 2013 un convegno sulla tipografia?
Quando si parla di tipografia, nella maggior parte dei casi, la mente corre immediatamente al lavoro paziente dell’artigiano che maneggia sapientemente caratteri mobili o lastre fotografiche e cliché. In certa misura è anche giusto che sia così, perché la tipografia tradizionale rappresenta un patrimonio culturale che non deve essere disperso e a cui ogni appassionato guarda con devozione quasi religiosa. Kerning Conference si propone di esplorare la nuova tipografia digitale, quella che sostituisce i file ai caratteri mobili e le pagine web a quelle di carta. In quest’ottica c’è ancora molto da dire e da discutere, anche su un argomento apparentemente polveroso. Non scordiamoci infatti che, come scrive Ellen Lupton,
La tipografia è l’espressione fisica del linguaggio.
Ora che buona parte della nostra comunicazione si è spostata su Internet, conoscere le buone regole tipografiche per il web può rappresentare la differenza tra un lavoro dilettantistico e uno professionale.
Kerning ha un panel di relatori che si distingue per la non italianità. Eppure nella storia della tipografia compaiono nomi di italiani di valore assoluto, come Manuzio o Bodoni. Qual è lo stato della tipografia oggi in Italia?
Hai perfettamente ragione quando dici che l’Italia ha saputo esprimere nomi di assoluto prestigio. Hai citato due nomi del passato a cui potrei aggiungere Francesco Griffo, il quale praticamente inventò il corsivo (non per nulla viene chiamato Italic), e Antonio Blado, ma possiamo anche vantare nomi che nel secolo passato hanno stupito per grazia e creatività. Penso a Raffaello Bertieri, Alessandro Butti, Aldo Novarese, Alberto Tallone. Ma è una tradizione che non si è persa.
Oggi chi si vuole avvicinare al type design in Italia può affidarsi ancora a grandi professionisti ed esperti come Luciano Perondi o Giò Fuga. I corsi di formazione non mancano e sono di ottima qualità.
Allora perché il panel di Kerning è quasi esclusivamente internazionale (i bolognesi di Anonima Impressori tengono un workshop di composizione e stampa)? Molto semplicemente abbiamo deciso di offrire al pubblico italiano una rosa di nomi che avrebbero potuto incontrare e ascoltare solo andando all’estero, a TypoBerlin, o all’AmpersandConf, probabilmente spendendo più del doppio di quanto costi il biglietto di Kerning.
Tipografia per il web: a qualcuno potrebbe parere un ossimoro. Che cosa significa? Potremmo avere pagine HTML eleganti e immortali come incunaboli? O ci sono altri vantaggi?
Non credo che un sito web potrà mai competere con la bellezza estetica e l’equilibrio formale di un volume edito dalla Stamperia Tallone, se vuoi un parere schietto. Di certo però potrà essere qualcosa di diverso e probabilmente altrettanto geniale, magari sovvertendo regole che la tipografia tradizionale considera non trasgredibili. È importante comprendere e interiorizzare il fatto che tipografia web e tradizionale non sono in competizione e non sono nemmeno tra loro confrontabili. Condividono sì alcuni elementi fondanti, ma hanno potenzialità diverse e soprattutto soddisfano bisogni e contesti d’uso differenti.
Qual è il primo passo consigliato di avvicinamento alla tipografia da compiere per una persona non esperta e però interessata al tema, oltre che partecipare a Kerning?
Secondo William Morris, la buona tipografia è invisibile. Ciò rende molto difficile imparare da zero per semplice emulazione perché spesso si cerca l’effetto wow, mentre un buon lavoro tipografico ti invita alla lettura, non ruba l’attenzione dell’osservatore. Il primo passo, a mio parere, è osservare bene – anche solo da semplici lettori – quando s’incontra un esempio di tipografia scadente. Soffermarsi su cosa rende poco piacevole l’impaginazione di un libro, di un manifesto, di un’insegna luminosa è un buon modo per iniziare il proprio personale percorso di formazione. Ovviamente poi è fondamentale confrontarsi con qualcuno che ha esperienza e che può indirizzare e correggere gli errori che, per forza di cose, si commettono. Utilizzare strumenti di peer review o mentoring come Dribbble o Hunie consente di migliorare in breve tempo le proprie competenze.
Qual è il corredo informatico di un appassionato, o di un professionista, della tipografia digitale?
Come avviene per tutte le discipline in bilico tra arte e tecnica artigiana, anche il bagaglio di un tipografo digitale è fatto di un mix di ferri del mestiere (in questo caso digitali) ed esperienza. In entrambi i casi si tratta di un patrimonio che si arricchisce poco per volta e, spesso, per correzioni continue. Per questo ogni web typographer alla fine ha una tavolozza personale di caratteri, script e porzioni di codice CSS con cui lavora meglio e che rappresentano la sua firma distintiva.
Ci sono motivi validi per praticare buona tipografia oggi, nel mondo di Facebook, Twitter, dove vige la diffusione ubiqua di Arial (e Comic Sans)?
Assolutamente sì! Una pagina ben fatta e bella da vedere è una boccata d’aria fresca di montagna dopo una giornata passata nello smog di un sobborgo industriale. A parte questo, gli studi di usabilità dimostrano che la buona tipografia contribuisce a migliorare l’efficacia di un prodotto.
Puoi anticiparci qualcosa di interessante che accadrà durante la due giorni di Kerning?
Il 2 maggio si terranno i workshop. Sono laboratori intensivi della durata di una giornata intera. Il primo, dedicato alle basi della tipografia, è tenuto dagli Standardistas. Il secondo, sulla responsive web typography, è in mano a Marko Dugonijč. Il terzo, un laboratorio pratico di composizione e stampa, sarà gestito da Anonima impressori in una vera tipografia.
Il 3 maggio invece avrà luogo la conferenza. Come ti dicevo prima, per Kerning abbiamo confezionato un programma inedito in Italia. La particolarità è che non sarà di nicchia ma saprà stuzzicare la curiosità di una platea variegata di professionisti: dai grafici ai web designer, dagli UX [user experience] designer ai semplici appassionati. E così chi verrà a Faenza avrà modo di incontrare sia type designer di bravura assoluta come Luc de Groot, il creatore del font Calibri, e Bas Jacobs (Underware), sia di ascoltare il creativo Yves Peters (FontFeed) mentre illustra le curiosità sui font usati nei poster cinematografici. E ancora Richard Rutter (FontDeck) e Marko Dugonijč (Typetester) sveleranno i segreti del responsive web design applicato alla tipografia. Nina Stössinger e gli Standardistas discuteranno di come i canoni tipografici possano trovare nuova espressività su web. Come chicca finale abbiamo Aral Balkan, uno dei più affermati user experience designer del momento, il quale terrà una sessione di live coding.
Hai da consigliare risorse su Internet e fuori da essa per quanti vogliano avvicinarsi, o approfondire, il tema della tipografia?
Leggere i classici, senz’altro: Tschichold, Bringhurst, Unger. Su web una risorsa molto utile è The Elements of Typographic Style Applied to the Web, curato da Rich Rutter. E per chi parte da zero sulla tipografia web anche Apogeo ha pubblicato qualcosa, mi sembra. 😉
A posteriori: Lucio Bragagnolo ha partecipato a Kerning 2013 e raccontato l’esperienza su Apogeonline.