Ad affermarlo è la Commissione europea, in una relazione all’interno della quale l’esecutivo europeo disegna un quadro stagnante della situazione di questo settore.
Negli Stati Uniti, al contrario, il fatturato del download di file musicali ha raggiunto, l’anno scorso, i 207 milioni di euro, otto volte quanto registrato nell’Ue, in cui è di 27,2 milioni di euro il fatturato del settore. Per il 2005, le stime sono di 498 milioni di euro per gli Stati Uniti e di 106 milioni di euro per l’Unione europea.
Principale responsabile di questa situazione è, secondo la Commissione, l’intricata palude burocratica europea. Un prestatore di servizi deve ottenere due licenze d’autorizzazione per la gestione dei diritti d’autore, per la riproduzione e per le prestazioni in pubblico, in ognuno dei 25 paesi dell’Ue, per coprire il mercato europeo nella sua totalità.
Questo significa 50 licenze a 9.500 euro, cioè un costo di 475.000 euro. A 0,10 euro il brano musicale scaricato, occorreranno dunque 4,75 milioni di download per ammortizzare l’investimento, un costo giudicato del tutto proibitivo. Inoltre, gli autori, i compositori o gli editori recuperano difficilmente i loro diritti.
“L’assenza di una licenza per diritti d’autore paneuropea ritarda l’aumento di nuovi servizi online in Europa”, ha dichiarato in un comunicato il commissario europeo incaricato del mercato interno, Charlie McCreevy. La Commissione, che farà una proposta dopo avere consultato tutti gli attori del settore, ritiene che la soluzione sia di permettere ai titolari di diritti di autorizzare una società di gestione di loro scelta a gestire la loro opera in tutta l’Ue.
Il costo, in questo caso, sarebbe riportato su cifre ragionevoli, a circa 19.000 euro, e si creerebbe una sana situazione di libero mercato.