Questo quanto emerso da uno studio condotto su vasta scala dalla Fédération Internationale de la Presse Périodique (FIPP). Un’indagine che raccoglie i dati di 71 siti Web, tra cui quelli di molti grandi gruppi del settore come Conde Nast, Emap, Axel Springer, Reader’s Digest, Hachette Filipachi, IPC e Time Out Group.
Tra gli intervistati, solo diciassette responsabili su cento dicono di perdere denaro con il proprio sito Web, contro il 38% nel 2003, precisa la FIPP.
Questo studio è stato pubblicato proprio nel momento in cui i pubblicitari stanno nuovamente indirizzando una parte crescente dei propri budget, una volta destinati alla televisione, verso Internet.
Circa due terzi dei redditi generati dai siti Web di riviste provengono dalla visualizzazione di pubblicità, il resto arriva dallo sponsoring, dal commercio elettronico, dagli abbonamenti e dalla condivisione di risorse, prosegue lo studio.
“La maggior parte dei siti Web di riviste che hanno successo ha guadagnato nuovi inserzionisti online, che non fanno più pubblicità sul supporto cartaceo”, si legge infine nello studio. Un ottimo auspicio, dunque, per il settore in crescita costante negli ultimi anni.