Il Cyberlaw Journal ha chiesto a un panel di esperti giuridici, cosa ci si può aspettare nei prossimi anni in materia di legislazione applicata alle nuove tecnologie.
È un’abitudine del giornale, rubrica online del New York Times, tutti i venerdì, fare il punto sugli ultimi aggiornamenti giuridici che riguardano la Rete.
Nove esperti sono stati invitati questa settimana a dare il loro apporto sui principali punti che dovranno essere all’ordine del giorno in questo inizio di millennio.
In primo luogo, gli specialisti si aspettano che l’amministrazione Bush abbandoni la causa contro il monopolio di Microsoft, uno dei processi anti-trust più importanti di quest’ultimo decennio.
Alcuni, poi, pensano che l’industria musicale, la stessa che ha fatto cadere Napster, dovrà fare buon viso agli scambi di tipo “peer-to-peer” che non useranno più server centralizzati.
Se questo genere di pratica diventerà generalizzata, le case discografiche non avranno altra alternativa che portare in giudizio i propri clienti.
Un’altra problematica giuridica riguarderà la tutela dei dati personali dei consumatori. La legislazione che verrà adottata (o non) dal Congresso americano è una delle più attese.
In ogni caso, secondo i giuristi, le ipotesi di violazione portate davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti continueranno ad aumentare.
In effetti, le disposizioni a proposito della protezione dei minori o dei contenuti disponibili nelle biblioteche sono stati molto contestati.
Il problema delle “frontiere virtuali”, poi, è stato messo in luce dal caso di vendita di oggetti nazisti sul sito di Yahoo! e dalla chiusura di un sito canadese ad opera della MPAA (Motion Picture Association of America).
Uno degli esperti pensa che questa tendenza potrebbe portare a “dogane virtuali” che domanderanno passaporti virtuali per accedere a certi siti.
Una situazione che metterà fine definitivamente al mito di un Internet senza frontiere.
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