La Germania durante l’ultimo salone mondiale dell’informatica e delle telecomunicazioni, CeBIT, scopre che manca di specialisti qualificati in questo settore.
Pronta la proposta del vulcanico “ministro Internet” – come viene soprannominato – Siegmar Mosdorf, segretario di stato all’economia in una intervista al quotidiano Die Welt: portiamo a Berlino succursali delle università straniere.
Naturalmente, quelle università che formino alle nuove tecnologie, come l’americana Harvard o la francese Inseat.
“Dobbiamo fare di più nella caccia ai nuovi talenti”, ha dichiarato Mosdorf che cita l’iniziativa di Singapore che ha permesso alle grandi università americane di Stanford, Berkeley, Harvard e alla francese Inseat di aprire succursali sul suo territorio.
Una specie di globalizzazione del sapere, dove invece che fabbriche, vengono impiantati istituti di ricerca e formazione.
“Anche per noi può essere un’idea fantastica”, ha detto il segretario di stato, comprendendo nella sua idea non solo “cervelli” tedeschi ma anche dell’Europa centrale.
Berlino, la città del futuro secondo i tedeschi, è la migliore sede per accogliere le succursali dei prestigiosi atenei.
Un bisogno, quello di tecnici specializzati, che non cessa di aumentare, visto che nei prossimi otto anni, in Germania, si stima un fabbisogno di 30 mila persone in questo settore.