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La Cina è invasa dallo Spam

08 Settembre 2004

La Cina è invasa dallo Spam

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Sembra che lo Spam rappresenti ormai la metà dei messaggi di posta elettronica ricevuti anche per gli utenti dell'antico Regno del Catai

Le e-mail indesiderate rappresentano più della metà dei messaggi di posta elettronica ricevuta in Cina, questo quanto ha ammesso all’agenzia di stampa Reuters un esperto in materia, fatto che induce Pechino ad adottare misure energiche contro gli spammer. Le aziende e i governi mondiali spenderanno, infatti, 41 miliardi di dollari quest’anno per proteggere i loro sistemi informatici dallo Spam, stando alle affermazioni dei professionisti del settore.

“La metà della posta elettronica che l’utente riceverà quest’anno potrà essere rappresentata da messaggi che indesiderati – ha dichiarato, in occasione di un seminario sulla tecnologia a Pechino, Jean-Jacques Sahel, direttore delle comunicazioni internazionali preso il dipartimento britannico del Commercio e dell’Industria -. La futura legge cinese contro lo Spam che, credo, sarà presto approvata, è dunque un passo molto atteso”.

La Cina ha infatti prodotto, dal canto suo, l’11,62% dello Spam mondiale e si classifica in terza posizione dietro gli Stati Uniti e la Corea del Sud, secondo un’indagine della software house Sophos. Per questo alcuni esperti, le rimproverano di lottare energicamente contro i dissidenti politici e la pornografia su Internet, dimostrando invece negligenza nei confronti gli spammer.

Lo Spam dovrebbe arrivare a rappresentare, nel 2004, circa il 67% di tutti i messaggi inviati attraverso la Rete, contro l’8% nel 2001, ha precisato Sahel, che cita le cifre fornite dalle Nazioni Unite. La lettura e la distruzione dei messaggi indesiderati costano, alle imprese britanniche in termini di perdita di produttività, 460 sterline (819,6 dollari) per ogni lavoratore dipendente all’anno.

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