È poi così vero che su Internet la libertà sia assoluta?
Secondo uno studio sulla libertà di stampa nel mondo, realizzata dall’associazione americana Freedom House, più della metà dei governi esercita forme di censura sulle pubblicazioni online.
Internet, quindi, non è quel paradiso di libertà d’espressione che molti pensano.
Secondo l’ultimo rapporto sulla libertà di espressione nella stampa nel mondo, il 63 % dei governi esercita forme di censura su Internet.
L’80 % della popolazione mondiale vive in paesi dove la libertà di espressione non è rispettata e dove Internet è controllata e censurata.
I paesi dove Internet è considerata una minaccia e che regolarizzano l’accesso, sono l’Azerbaijan, la Bielorussa, la Birmania, la Cina, Cuba, l’Iran, l’Iraq, il Kazakhistan, il Kurdistan, la Libia, la Corea del Nord, l’Arabia Saudita, la Sierra Leone, il Sudan, la Siria, il Tajikistan, la Tunisia, il Turkmenistan, l’Uzbekistan e il Vietnam.
Se si conosce la realtà di molti di questi paesi, dove esistono regimi non democratici, la mancanza di libertà non stupisce.
Ma quello che lascia colpiti è la seconda considerazione che i ricercatori di Freedom House fanno nel loro documento.
Internet è, in molti paesi, utilizzato da élite ed è quindi necessario un controllo meno stretto sia sui contenuti online, sia sulla stampa tradizionale accessibile alla popolazione.
In molti paesi, poi, la libertà di stampa è parziale, ma Internet resta ancora uno spazio libero di espressione ed è ampiamente utilizzato per far circolare informazioni censurate sui media tradizionali.
È il caso di numerosi paesi arabi, come l’Algeria, l’Egitto e la Giordania, dove gli articoli della stampa scritta che sono censurati dai governi, circolano liberamente su numerosi siti Web.
Un sunto della ricerca si può trovare all’indirizzo http://www.freedomhouse.org/news/pr041700.html