Si è svolta a Roma la “Conferenza europea sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento sessuale nel turismo” con un dato all’armante sull’uso di Internet: farebbe aumentare il turismo sessuale e renderebbe più difficile controllarlo.
“Quasi tutti i turisti sessuali sono anche utilizzatori di Internet – spiega a un’agenzia, Marco Scarpati, presidente italiano di una ONG che lotta contro la prostituzione, la pornografia e il traffico di bambini – perché trovano i luoghi dove i bambini si prostituiscono, gli hotel consenzienti e tutte le informazioni utili”.
“I viaggi di turismo sessuale organizzati esplicitamente da tour-operator sono quasi scomparsi – dichiara alla stampa Francesco Frangialli, segretario generale dell’Organizzazione mondiale del Turismo (OMT) – ma Internet ha fatto nascere altre forme di promozione del turismo, nascosto e informale, che è più difficile da far sparire”.
Secondo l’Unicef, come riporta una nota AFP, circa due milioni di minori sono vittime, ogni anno, del turismo sessuale, perpetrato soprattutto da europei, americani e giapponesi nei paesi poveri, come le Filippine, la Tailandia, il Brasile, ma anche in paesi dell’Europa centrale e orientale.
“Internet ha creato una comunità tra i consumatori – continua Scarpati – Si ritrovano su forum di discussione, scambiano le loro esperienze e si sentono normali vedendo che altri hanno gli stessi desideri”.
I metodi di contrapposizione e lotta contro il turismo sessuale su Internet, però, sono poco efficaci, visto l’infinito numero di pagine e di forum di discussione che viene aperto ogni giorno sul Web: “come cercare un ago in un pagliaio” dice Scarpati e “Internet costituisce una nuova sfida”. Aggiunge il direttore aggiunto della sezione dell’Interpol che si occupa del traffico di esseri umani.
Le ricerche della polizia si svolgono a livello sia nazionale, sia europeo e internazionale, con l’ausilio dell’Europol e dell’Interpol, che dispongono di un file che raccoglie tutti i responsabili.
In Italia, una sezione speciale della polizia postale è stata creata ad hoc per Internet. Il compito è di scrutare i forum di discussione, le immagini, le discussioni sulla rete e così hanno potuto arrestare circa 2 mila persone nel 2002, sia appassionati di video a carattere pedopornografico, sia veri e propri turisti sessuali.
“Internet ha rinforzato il fenomeno, ha fatto emergere nuovi casi – dice Elvira D’Amato, della polizia postale italiana – ma è anche servita da sostituto per qualche cliente che si contenta di consultare video pornografici con bambini”.
L’Italia è stata la prima nazione ad adottare una legge nel 1998, che permette di punire i reati di sfruttamento sessuale di bambini, anche quando commessi all’estero.
Nel convegno, però, oltre che di repressione si è parlato anche di prevenzione di questo aberrante fenomeno.
L’Unione europea ha previsto un budget di 5 milioni di euro all’anno per il periodo 2000/2003, “per sostenere progetti di ONG che lottano attivamente contro la violenza verso i bambini, gli adolescenti e le donne”.
Inoltre, la UE finanzierà tre conferenze sullo sfruttamento sessuale dei bambini in Costa Rica, Senegal e in Indonesia previsti per la fine dell’anno.