È un altro simbolo della scuola destinato a scomparire travolto dalla rivoluzione tecnologica. Anche l’abbecedario, il vecchio cartellone appeso dietro la cattedra del maestro pieno di lettere e figure colorate, sarà sostituito dal computer, o meglio da un abbecedario multimediale. Gli esperti dicono che aiuterà i bambini dell’ultimo anno delle scuole materne e della prima elementare a imparare a leggere prima e meglio. E quelli più svantaggiati (e con leggeri handicap psichici) a recuperare il tempo perduto.
Al progetto stanno lavorando docenti e ricercatori del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, in collaborazione con la linguista Claudia Alberti, lo psicologo Fabio Celi e la Gio-Tec, una società della new economy formata da studenti e laureati dell’università toscana. Il risultato è un software molto innovativo che potrebbe cambiare il modo di fare didattica nelle scuole materne e nei primi anni delle elementari.
L’abbecedario multimediale ha un nome, “Il magico giardino”, ed è un micromondo nel quale i bambini si immergono a colpi di clic del mouse giocando. Sfogliano ambienti colorati, bellissimi, e incontrano immagini, personaggi e le prime lettere dell’alfabeto. E, divertendosi (l’aspetto ludico è fondamentale nel progetto pisano), imparano l’alfabeto e a leggere.
Il software è diviso in più tavole, o meglio in luoghi virtuali nei quali il piccolo (sempre seguito costantemente da insegnanti o genitori) incontra animali del bosco, interagisce con loro, si misura in giochi di abilità e impara il significato delle parole.
Il software è anche in grado di parlare. I programmatori hanno inserito voci di bambini, che guidano i coetanei nell’esplorazione, e commenti di Laura Antonelli, un’artista di teatro pisana.
“L’interfaccia è stata studiata nei minimi particolari – spiega la professoressa Maria Rita Laganà, docente di Didattica dell’Informatica all’Università di Pisa – e abbiamo cercato di renderla il più possibile intuitiva e di facile utilizzo. Ciò per garantire un livello di coerenza necessario a impedire la dispersione tipica degli ipertesti informatici non strutturati. In altre parole, grazie a metafore visive, il bambino segue una strada e percorre un cammino pedagogico e didattico che lo porta a scoprire, giocando, grafemi e fonemi. Abbiamo anche inserito un memory, un gioco didattico per associare lettere e fonemi. Un modo per divertirsi e imparare a leggere”.
“Il magico giardino” è anche un piccolo capolavoro grafico. Tutte le tavole sono state disegnate su carta e dipinte ad acquerello, dal pittore Paolo Lavagno. Uno scanner ad alta risoluzione le ha poi trasformate in bit. Oggi il progetto è memorizzato su dischi fissi e Cd-rom, ma a Pisa si sta pensando di realizzare una versione via Internet.
Ma “Il magico giardino” è qualcosa di più di un abbecedario hi-tech e pare essere di aiuto anche ai bambini portatori di handicap psichici. Una prima sperimentazione condotta dall’Asl di Massa su bambini con lieve ritardo mentale e disturbi dell’apprendimento sta dando esiti positivi.
Dice Fabio Celi, direttore del laboratorio Ausili dell’Asl di Massa: “Non vogliamo alimentare facili ottimismi. Siamo ancora agli inizi ed è presto per dare giudizi di valore scientifico. Però stiamo osservando dei progressi nella lettura sui bambini dai 5 ai 9 anni. Sono più motivati, si divertono e hanno maggiore autostima. Perché davanti a un computer non si sentono svantaggiati come quando devono utilizzare sussidi studiati per l’handicap. I primi risultati sono incoraggianti: i bambini imparano a leggere meglio e in minor tempo”.