Nei giorni scorsi, il Senato americano ha votato all’unanimità uno stanziamento di 396 miliardi di dollari a favore del Pentagono, ma gli ha inibito di destinarne una parte al finanziamento di un progetto di sorveglianza elettronica, inquadrato nella lotta al terrorismo intrapresa in seguito agli attentati dell’11 settembre e sostenuto dall’amministrazione Bush.
Questo programma di sorveglianza elettronica – battezzato inizialmente Total Information Awareness e, successivamente, Terrorism Information Awareness – permette, grazie all’impiego di una tecnologia sofisticata, di identificare i comportamenti “sospetti”, analizzando le informazioni raccolte nelle banche dati sia pubbliche che private.
I difensori delle libertà individuali hanno aspramente criticato il TIA, non appena è stato reso di dominio pubblico, l’autunno scorso.
In un rapporto presentato lo scorso maggio al Congresso, il Pentagono ha dichiarato che il TIA funzionerà in modo tale da impedire agli inquirenti di passare al setaccio indiscriminatamente tutti i dati personali presenti nelle banche dati. Per ora questa affermazione non è ancora stata seguita dai fatti.
La sorte del programma, dotato inizialmente di un budget di 54 milioni di dollari, sarà senza dubbio negoziata tra il Senato e la Camera dei Rappresentanti.
Quest’ultima aveva adottato il TIA all’inizio di luglio, ma aveva vietato al Pentagono di utilizzare il programma nei confronti dei cittadini americani, senza il loro permesso.