I corpi di quattro giovani giapponesi suicidatisi insieme, di età compresa tra i 19 e i 30 anni, sono stati trovati qualche giorno fa all’interno di un’automobile sull’isola di Hokkaido, nel nord del Giappone. Questo ennesimo episodio ha allarmato le autorità, preoccupate dal numero crescente di giovani che mettono fine alle proprie esistenze dopo essersi incontrati via Internet.
Se il numero di suicidi collettivi resta marginale rispetto ai 30.000 casi di suicidi registrati ogni anno nell’arcipelago nipponico, gli esperti si preoccupano della costante crescita del numero di persone che non si conoscevano prima di incontrarsi su Internet, tramite forum o siti sul suicidio, e che sono passati alle vie di fatto.
Secondo la polizia, dei 34.427 giapponesi che si sono suicidati nel 2003, ben 34 decessi erano collegati a casi di suicidi di gruppo nati da riunioni online. Il numero di casi, nel 2004, è ulteriormente aumentato arrivando a 54, ma la polizia teme che la cifra sia molto inferiore rispetto alla realtà.
Solo nel mese di febbraio, sono state almeno sedici le persone che si sono suicidate. “L’idea di morire insieme sembra, in un certo senso, più riassicurante – ha detto Yukio Saito, responsabile di un servizio telefonico d’aiuto alle persone in crisi -. Morire soli richiede più coraggio. Il modo in cui questi suicidi sono realizzati ha fatto scalpore presso i mass media, e in effetti possono sembrare più attraenti per la gente che pensa di porre fine ai propri giorni”.
Come prima conseguenza, alcuni Internet provider giapponesi hanno recentemente iniziato a bloccare l’accesso ai maggiori siti sul suicidio, ma è ancora facile trovarne diversi online e il lavoro per arginare tale fenomeno sarà lungo e difficile.