Constato che in questi giorni ferve un notevole entusiasmo attorno al tema della fatturazione elettronica, con tanto di presentazioni pubbliche, foto ricordo, tweet presenzialisti e giurerei di avere persino visto uno spot televisivo.
Quando si parla di pubblica amministrazione il mio approccio è credere solo a quello che vedo; ne sa qualcosa il nostro Simone Aliprandi, che lavora in tribunali dove la legge impone la trasmissione telematica dei fascicoli e chi giudica secondo la legge chiede la copia di cortesia. Tradotto: carta.
In #Piemonte e in tutta Italia continua il lavoro per il DDay della #FatturazioneElettronica con @AgidGov http://t.co/TdO0rCVIAX
— Alessandra Poggiani (@la_pippi) March 19, 2015
Quello che vedo sulla mia scrivania è una lettera (su carta) del Comune di Rovereto inviata A tutti i Fornitori presso le Loro Sedi. È datata 23 febbraio 2015 eppure da questo inizio sembra antecedente alla scoperta del mail merge. Comunque sia, ricorda giustamente come dalla fine di questo mese saranno accettate solo fatture in formato elettronico. C’è da esserne lieti. A inquietare sono altri brani:
L’articolo 3 comma 1 del citato DM [che fissa gli obblighi di decorrenza della fattura elettronica] prevede che l’Amministrazione individui i propri Uffici deputati alla ricezione delle fatture elettroniche inserendoli nell’indice delle Pubbliche Amministrazioni (IPA), che provvede a rilasciare per ognuno di essi un Codice Univoco Ufficio […] l’identificativo univoco che consente al Sistema di Interscambio (SdI) gestito dall’Agenzia delle entrate, di recapitare correttamente la fattura elettronica all’ufficio destinatario.
Pensavate che per recapitare correttamente una fattura elettronica bastasse un indirizzo di posta elettronica? Ingenui: non si va da nessuna parte senza un Codice Univoco Ufficio. Ritenevate che all’ufficio amministrazione, quello cui arrivavano le fatture di carta, ora arriveranno le fatture elettroniche? Illusi: se l’Amministrazione non individua i propri uffici deputati, finiranno chissà in quale /dev/null di Stato.
Gestione dei documenti informatici: al bando i dilettanti http://t.co/ONVFOvQP4i via agendadigitale.eu
— Piersoft (@Piersoft) March 17, 2015
A Rovereto per fortuna sono già avanti e comunicano che il Codice Univoco Ufficio è UFKMFL. Hanno anche l’ufficio deputato: Uff_eFatturaPA. L’impegno a trovare un nome originale ed esplicativo ha coniugato efficacemente pragmatismo e sintesi. Mi sono chiesto perché servano codici univoci quando il Comune di Rovereto ha un sito, un codice fiscale/partita IVA 00125390229, una casella di posta certificata e una suppongo non certificata e però univocamente identificativa, al pari di tutti gli altri riferimenti. Ingenuo e illuso:
Oltre al Codice Univoco Ufficio si devono indicare nella fattura anche le seguenti informazioni: il codice identificativo di gara (CIG) tranne i casi di esclusione […] il codice unico di progetto (CUP) in caso di fatture relative a opere pubbliche.
Tralasciando le informazioni richieste al mittente, risulta che nel caso peggiore non si potrà emettere efficacemente una fattura intestata al Comune di Rovereto in mancanza di UFKMFL, Uff_eFatturaPA, CIG e CUP. Nessun problema, ma qual è lo scopo di tutto questo? Sto cominciando a pensare che si tratti di sfiducia generale dell’amministrazione pubblica nei confronti degli amministratori pubblici. Il piano è inserire complicazioni inutili e progressive fino a quando gli unici a poter mandare una fattura saranno i computer e gli unici a poterla ricevere pure, eliminando totalmente il fattore umano.
Precisiamo che noi abbiamo apprezzato quello che hanno fatto i @DigitalChampITA per la #FatturazioneElettronica .. @la_pippi @Cor_Com
— Opensipa (@Opensipa) March 13, 2015
Non me lo spiego altrimenti, per una ragione banale. Dal mio computer posso inviare documenti certamente inviati da me e certamente non manipolati prima del recapito grazie a tecnologia open source collaudata, validata scientificamente, semplice da installare e usare, verificabile, presente su qualsiasi piattaforma e sistema operativo. Tuttavia serve un essere senziente per spedire e un altro per ricevere.
Il giorno in cui sono nati davvero i campioni digitali #digitalday #fatturazioneelettronica http://t.co/MSpmUE3tv8 via @RiccardoLuna
— Roberto Re (@robertore62) March 11, 2015
Esseri senzienti: gente malvista, nel radioso futuro che ci attende grazie alla fattura elettronica. Quelli che lavorano al Comune di Rovereto, che ne pensano? Se volessero scrivermelo in modo cifrato, inviolabile, autenticato e verificabile, allego qui sotto la mia chiave pubblica. Basta un copia e incolla e poi ci pensa il computer. Il difetto secondario di questo sistema è che preserva l’utilità delle intelligenze, invece che oscurarla. Quello principale, che semplifica e garantisce. Due nozioni sconosciute in molti Uffici deputati.
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