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Il blocco del 6 luglio: un flop, anzi no

09 Luglio 2003

Il blocco del 6 luglio: un flop, anzi no

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A pochi giorni da quello che sarebbe dovuto essere l’ecatombe della Rete, vediamo di tirare alcune conclusioni con l’apporto degli esperti.Innanzi tutto possiamo affermare che il concorso di pirateria informatica …

A pochi giorni da quello che sarebbe dovuto essere l’ecatombe della Rete, vediamo di tirare alcune conclusioni con l’apporto degli esperti.
Innanzi tutto possiamo affermare che il concorso di pirateria informatica su siti Web è stato un fallimento, anzi no.

Per Graham Cluley, esperto inglese di sicurezza informatica e consulente presso Sophos un’azienda di software per la sicurezza informatica, è stato un flop.
Dati alla mano, dice di non aver notato una crescita nel numero dei siti attaccati in questo ultimo fine settimana, rispetto alla media, come riporta una nota dell’AFP.

Dall’Estonia, sede di Zone-H sito specializzato nella sorveglianza dai cyberattacchi, arriva la conferma che il 6 luglio è stato un giorno di ferro e fuoco, “un caos mai visto nella storia di Internet”, con centinaia di siti disturbati dall’Olanda al Brasile.
Un’ecatombe che non ha risparmiato neanche Zone-H.

Britannica la risposta di Cluley: “le elucubrazioni, le minacce e le predizioni su Internet sono molto frequenti. E perché è Internet è molto difficile giudicare sulla loro credibilità” e ribadisce che Sophos non ha notato una crescita di domande da parte dei suoi clienti in questo fatidico week-end di paura.

L’allarme era arrivato dagli Stati Uniti e metteva in guardia contro la possibilità di un’ondata di attacchi informatici domenica 6 luglio, a causa di un concorso tra pirati che avrebbero dovuto attaccare 6 mila siti in sei ore. C’è chi ci ha trovato anche il maligno in questo concorso perché la data del 6, i 6 mila siti e le 6 ore formavano il numero cabalistico della Bestia: 666.

In molti abbiamo scritto che dopo l’11 settembre, data degli attentati alle Torri gemelle, il mondo e noi stessi non saremmo più stati gli stessi.
La paura, di qualsiasi cosa, si è impadronita del mondo e, certo, non rincuorano gli sproni a guerre senza fine proclamati da Bush e le risposte velleitarie dei vari Bin Laden e, adesso, Saddam Hussein.

Il primo che fa “Bù” mette il terrore nelle vene e, secondo gli esperti, la minaccia ha avuto audience presso i media mondiali perché “è estate e l’attualità è povera”.
Sarà anche così, ma ormai da più di un anno ci spiegano che dobbiamo prendere sul serio ogni minaccia. O no?

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