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I Giapponesi si fidanzano con programmi di simulazione

28 Novembre 2000

I Giapponesi si fidanzano con programmi di simulazione

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Il paese del Sol Levante non finisce di stupire. I suoi abitanti non hanno rapporti affettivi? Un’azienda glieli costruisce “virtuali”. Bandai, la società giapponese di giochi che aveva lanciato i …

Il paese del Sol Levante non finisce di stupire. I suoi abitanti non hanno rapporti affettivi? Un’azienda glieli costruisce “virtuali”.

Bandai, la società giapponese di giochi che aveva lanciato i Tamagotchi, commercializza un servizio di “fidanzamenti virtuali”: Love by Mail.

Questo servizio, che costa circa 3 dollari al mese, è consultabile sui cellulari che dispongono di connessione a Internet con il protocollo giapponese iMode.
I celibi potranno scegliere tra hostess di compagnie aeree, insegnanti o collaboratrici domestiche, alle quali potranno inviare messaggi affettuosi.

Le giovani ragazze, che in realtà sono programmi informatici installati sui server Bandai, rispondono e stabiliscono una “vera” relazione via e-mail.
Più si va avanti e più i fidanzamenti virtuali diventano intimi.

Attenzione, però. Una richiesta mal formulata o una parola di troppo possono spaventare le ragazze, con il risultato di non ricevere più loro messaggi.

A oggi, 40 mila giapponesi di circa 30 anni hanno aderito a questo servizio di “seduzione virtuale”. Ma nessuno resiste più di tre mesi, il tempo necessario per conoscere intimamente il cuore della “bella” virtuale.
Passato questo periodo, bisogna lasciare per forza.

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