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Hot Spot per il villaggio globale…

16 Maggio 2003

Hot Spot per il villaggio globale…

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Da New York a Parigi, il Wi-Fi continua ad attirare speranze e investimenti, ma sarà vera gloria?

Installare antenne Wi-Fi nelle quasi 400 stazioni della metro parigina entro fine anno. Questo l’obiettivo del neonato consorzio industriale — composto da Cap Gemini Ernst & Young, Cisco Systems e RATP, gestori del Metro — che vorrebbe trasformare Parigi nella capitale mondiale del wireless. Al contempo, dall’altra parte dell’oceano, nella Grande Mela, Verizon offre ai propri utenti internet accesso wireless ad alta velocità tramite 150 punti d’accesso Wi-Fi strategicamente dislocati nell’area metropolitana. Con la speranza di estendere presto simili servizi a livello nazionale. Entrambi esperimenti promettenti e ben motivati, ma il cui effettivo successo appare tutt’altro che scontato.

Il progetto parigino consentirebbe alla capitale francese di recuperare finalmente terreno nell’accesso a internet in Europa, e sembra alla portata del consorzio. Almeno a giudicare dall’entusiasmo di Jean-Paul Figer, responsabile di Cap Gemini: “Oltre 1.000 gli abbonamenti già registrati, con tendenza in rapida crescita…la gente è chiaramente eccitata”. Già, anche perché fino al 30 giugno l’abbonamento è gratuito, pur se gli utenti devono prima accedere a un apposito sito web per registrarsi. A voler essere più realisti, tuttavia, esiste il tipico problema del limitato raggio d’azione delle antenne Wi-Fi (meno di 100 metri): come dimostra l’esperienza delle metropoli a stelle e strisce, da Starbucks a McDonald’s agli aeroporti, l’accesso risulta spesso tutt’altro che uniforme e continuo (“seamless”). Distogliendo così masse di potenziali utenti, quelli dell’uso spicciolo quotidiano. Nello specifico, vanno poi aggiunti i timori sulle tariffe che saranno imposte successivamente dai vari provider coinvolti nell’esperimento. Anche se i diretti interessati sostengono che ci penserà la concorrenza diretta tra grossi nomi quali Bouygues Telecom e Club Internet a tener bassi i prezzi.

Finanche la scelta di usufruire delle stazioni della metro sotterranea presenta lati sia positivi che negativi. È vero che le antenne possono essere inter-collegate con facilità usufruendo della rete a fibre ottiche già esistente, riducendo così i costi complessivi a circa 11 milioni di dollari. E le stazioni si trovano a distanze relativamente vicine tra loro. Esistono tuttavia problemi logistici, o forse meglio, ostacoli burocratici: “Ci troviamo davanti a parecchie questioni intricate, perché dobbiamo ottenere l’approvazione da molti dipartimenti e organizzazioni diverse,” spiega ancora Figer. Tra questi vanno inclusi il comune cittadino e l’agenzia dei beni culturali, visto che numerose stazioni rientrano ufficialmente tra i monumenti nazionali. In tal senso, mancano ancora tutti i permessi necessari per procedere all’effettiva implementazione di un unico, continuo network wireless sempre disponibile per gli oltre due milioni di parigini. Da notare infine che l’esperimento ha come target privilegiato l’imprenditoria medio-piccola, mirando a tenere sempre collegati tra loro impiegati e unità operative in ambito cittadino. L’utenza singola rappresenta un fattore secondario, anche perché la storia dell’ubiquità continua online non va presa certo per scontata.

Ubiquità su cui sembrano comunque puntare i giganti del settore USA, tipo Verizon: oltre ai 150 hot spot appena attivati nei telefoni a gettone nel cuore di New York City, ne promette altri 850 pronti entro l’anno. Le zone al momento interessate sono ovviamente quelle a grande densità di popolazione-target: Upper East Side, Upper West Side, Columbia University, Greenwich Village, Wall Street. L’iniziativa è quella di maggiori proporzioni finora lanciata da un provider internet in una sola città. E se andrà bene, l’azienda promette di estendere al più presto simili servizi in altre aree sulla East Coast, oltre che in Texas e Hawaii. I servizi rimangono tuttavia limitati: l’accesso Wi-Fi gratuito viene ristretto esclusivamente ai propri utenti internet. Succede così che gli utenti di Verizon Online fuori New York possano accedere agli hot spot, al contrario degli abitanti locali non in possesso di abbonamento con Verizon. Chiarisce James Otterbeck, senior vicepresidente: “Si tratta di una tecnologia puramente mirata all’accesso… un’estensione dei servizi internet già offerti ai nostri clienti paganti.”

Positive le reazioni iniziali degli esperti: “Usare i pay phone come hot spot Wi-Fi per coprire a tappeto una città è un’idea geniale,” sostiene Jeff Kagan, analista di telecomunicazioni. “Le entrate dovute alla banda larga potrebbero anche spingere in alto il business di tali pay phone”, altrimenti destinati all’oblio. Inoltre, in concomitanza con l’iniziativa Wi-Fi, gli utenti Verizon si sono visti abbassare le tariffe: 35 dollari al mese tutto compreso, quasi 10 dollari in meno, con ulteriore riduzione a 30 dollari se si acquistano da Verizon servizi telefonici locali e a lunga distanza. Analoghe le riduzioni per l’area business, a conferma dell’agguerrita concorrenza in atto nel settore wireless statunitense, pur tra confusioni e incertezze. Attualmente è T-Mobile, unità della tedesca Deutsche Telekom, il leader nella fornitura di accesso Wi-Fi sul territorio nazionale, grazie soprattutto all’aggressiva presenza nelle mega-catene dei caffè Starbucks e delle Borders e parecchi aeroporti. Ma numerosi carrier hanno annunciato prossime partnership con provider locali per il lancio di iniziative ad hoc. Sul tutto, non vanno infine dimenticate o sottovalutate le carenze tecnologiche insite nel Wi-Fi accennate sopra nonché, appunto, le lotte fratricide tra i vari provider — elementi-chiave che al momento impedire la creazione di una grande rete “seamless”.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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