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Hardware hall of shame: i peggiori prodotti del secolo

31 Dicembre 1999

Hardware hall of shame: i peggiori prodotti del secolo

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Un'analisi dei peggiori insuccessi hardware nella storia dell'information technology, dal Pc Junior di IBM al Network Computer di Sun e Oracle

Siamo alla fine di un secolo e di un millennio, tempo di bilanci e celebrazioni, quindi anche tempo per verificare le cose che sono andate meglio o peggio. In questo delirio di analisi il sito di Cnn.com ha stilato la classifica dei 10 peggiori flop nel settore dell’hardware. Una classifica istruttiva per ripensare il quadro dell’information technology degli ultimi anni e per capire chi ha vinto e chi ha perso, ma soprattutto per analizzare quali siano i fattori vincenti del mercato.

Per cominciare, qualche piccola considerazione: prima di tutto la CNN ha deciso di definire la classifica in questione come quella dei maggiori flop dell’hardware, forse sarebbe il caso di definirla la classifica dei peggiori errori di mercato in cui il marketing ha spesso avuto delle colpe piuttosto pesanti, in cui i guru non sono meno colpevoli degli ingegneri della ricerca e sviluppo.

La hall of shame stilata da Cnn.com vede in classifica due prodotti di Big Blue IBM. Si tratta del PC junior, un tentativo di PC low cost nel primo periodo della diffusione dei Personal Computer, quelli che allora si chiamavano appunto IBM compatibili, di cui si ricorda prevalentemente una terribile tastiera non allineata al solito ottimo standard di qualità della major dell’Information Technology.

Il secondo capolavoro negativo di casa IBM è stato il PS/2, il tentativo di riappropriarsi del mercato dei personal computer conquistato dai cloni e dall’ex alleata Microsoft. In effetti nessuno più si ricorda di questa serie di PC, meno marginale, ma di scarso successo è stato anche l’OS/2 che fu partorito in concomitanza all’hardware PS/2.

Una terza creatura in parte IBM come il Power PC viene definita un flop, ma qui si potrebbe discutere dato che il processore Power PC non è riuscito a scalfire il predominio di Intel, ma ha rivoluzionato il mercato Mac permettendo la produzione di nuovi e potenti Apple che hanno così mantenuto le loro quote di mercato.

Parlavamo di Apple. La casa di Cupertino porta in mostra nel museo dei flop un paio di soggetti meritori di analisi. Il primo è l’Apple Lisa che in effetti fu una tragedia di vendite, ma tirò concettualmente la volata al successivo e trionfante Macintosh. Da Apple arriva anche il Newton, macchina splendida, ma troppo cara e troppo avanti coi tempi per essere compresa. Newton ha indirettamente figliato i Pilot che hanno invece conquistato il mercato. Come Newton gli esperti di CNN hanno messo nella loro blacklist i primi pentop computer, computer su cui scrivere, che non ebbero il successo auspicato per la loro pesantezza economica e dimensionale.

Nipote o cugino della famiglia Apple fu Next, uno dei lanci commerciali più avanti nei tempi che si siano mai visti: dieci anni avanti al mercato, un gioiello potentissimo in un innovativo chassis nero. Furono in molti a cantare la gloria e il successo del nuovo prodotto di Steve Jobs. Molti di meno furono quelli che lo acquistarono. Forse Next passerà alla storia perché il primo server HTTP fu installato da Tim Berners Lee su una macchina di sua produzione.

Probabilmente il premio di flop globale potrebbe essere correttamente assegnato al Net PC o network computer, il famoso concetto innovativo di thin client lanciato a cavallo degli anni ’80 soprattutto da Sun e Oracle. Il computer senza hard disk che trovava in rete sistemi operativi e software per funzionare. Il computer a prezzi stracciati adatto solo a fare da terminale di applicazioni in rete. Gli esperti avevano sancito “the network is the computer”. Parere tecnico: chi l’ha visto?

Morale finale della vicenda: per vivere bene nel mercato dell’information technology non è necessario essere eccessivamente innovativi perché si rischia di non essere capiti, occorre invece pensare a quelli che sono i bisogni concreti degli utenti, piuttosto che cercare di inventarne di nuovi, cercando di creare prodotti di prezzo competitivo per una fascia allargata di pubblico il tutto imbevuto di sano pragmatismo.

Qualcuno pensa a Microsoft anche se in effetti non produce hardware? Chissà perché…
Se volete allargare il dibattito sui peggiori insuccessi dell’IT negli ultimi anni scrivetemi a [email protected]

L’articolo di Cnn.com:
http://Cnn.com/TECH/computing/9911/24/digital.century4.idg/index.html

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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