Riassunto delle puntate precedenti. HTML5 sarà uno standard entro l’anno. L’ente preposto, il W3, ha deciso di chiudere la faccenda nel 2014, spostando al venturo HTML 5.1 e al 2016 le controversie restanti.
Tra i nuovi elementi attesi con HTML 5.1 uno in particolare è molto discusso. Si chiama Encrypted Media Extensions, in sigla EME e si tratta di un sistema che permetterà la distribuzione sul web di contenuti protetti dal diritto d’autore, come per esempio i filmoni hollywoodiani.
Qualcuno dice che Tim Berners Lee ha venduto al demonio il suo figlio primogenito. I paladini dei diritti dei consumatori digitali, la Electronic Frontier Foundation, sempre attenti a contrastare in principio e in fatto ogni formato “chiuso” di dati che impedisca agli utenti di prestare agli amici, copiare e utilizzare in privato le musiche e i video acquistati, si sono scagliati contro l’idea. Potrebbe portarci a un futuro distopico…
Un web sul quale non è consentito copiare e incollare testo; in cui il tuo browser non offre Salva con nome…; in cui gli utilizzi “consentiti” dei file che scarichiamo vengono controllati anche al di fuori del browser; in cui JavaScript è intombato; magari in cui non potremo neppur chiedere Visualizza sorgente su qualche sito.
Roba da far accapponare la pelle. Mi sono regalato qualche ora per leggermi le specifiche originali e farmi una opinione non mediata. Potete fare lo stesso, ma per risparmiarvi la fatica c’è un ottimo riassunto che è stato redatto da Henri Sivonen, finlandese, dipendente della Mozilla Foundation (dunque amico dell’Open Source) e parte del comitato W3 che sta lavorando su EME (dunque perfettamente informato sulle specifiche). Si scopre che è un pasticcio antipatico, ma non la fine del mondo.
EME si applica solo ai <video> e <audio>, quindi lo scenario apocalittico tratteggiato da EFF nella citazione qui sopra è del tutto di là da venire. D’altra parte, EME permette e anzi richiede l’esistenza di moduli eseguibili chiamati Content Decryption Modules. Sono in sostanza plugin specifici che, ricevendo i contenuti protetti e accertando che l’utente ha il diritto di riprodurli, li decodificano e proiettano. E questa non è una bellissima prospettiva, perché sembrava che il web si fosse liberato di accrocchioni come Flash, Silverlight e JavaFX.
Come sviluppatore web sono periodicamente messo a contronto con clienti che mi chiedono se sia possibile proteggere contro la copia le immagini, gli audio e i video di loro proprietà che intendono pubblicare sul web. Oggi la mia risposta è un semplice e inequivocabile no: ci sono alcuni trucchetti che possiamo usare per rendere non banale la copia locale di contenuti, ma nulla che impedisca le cose a una persona determinata. Apparentemente con EME la risposta diverrà Sì, ma dobbiamo adottare un formato a scelta tra un numero limitato, nessuno dei quali è compatibile con tutti i sistemi operativi.
Il bardo di Stratford-on-Avon avrebbe chiosato: molto rumore per nulla…