La richiesta di maggiore attenzione sulla tutela della privacy dei consumatori Internet arriva dalle aziende.
I colossi del commercio elettronico e del business su Internet, riuniti a Miami per una conferenza del Global Business Dilogue on e-Commerce, si sono dimostrati preoccupati per le conseguenze negative che possono derivare dalla sfiducia dei consumatori.
Il Global Busioness Dilogue on e-Commerce (che comprende 72 aziende tra cui America Online, Time Warner e Toshiba) ha riunito le teste delle maggiori compagnie a discutere su come definire un più alto livello di autoregolamentazione in termini di tutela dei dati personali e sulla definizione di web standards internazionali. Le leggi dei diversi stati non possono infatti, è emerso, garantire un livello uniforme e adeguato di sicurezza nelle transazioni on line.
Il presidente di Time Warner ha sottolineato che il business on line supera i confini nazionali e quindi si estende anche su territori che non hanno alcuna tradizione in materia di diritto di privacy, a differenza di USA e Europa. Aggiungiamo che non pochi ritengono che anche le abitudini d’oltreoceano in questo ambito non sono le più soddisfacenti.
Tutti i partecipanti hanno sottolineato l’urgenza di definire una linea di azione per affrontare con intelligenza la questione privacy, in quanto essa rappresenta l’elemento chiave perché il mercato in Rete raggiunga davvero i 2500 miliardi di dollari previsti per il 2005.
Si è trattato di un incontro molto importante, cui seguirà un lavoro tecnico di definizione di regole e parametri fondamentali e inviolabili relativi al rispetto dei dati personali degli utenti che scelgono di fare acquisti on line.