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Gli utenti usano Napster per amore della musica

19 Luglio 2000

Gli utenti usano Napster per amore della musica

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Uno studio canadese mostra che le persone che scaricano file MP3 grazie a Napster, lo fanno per passione per la musica e non per piratare brani musicali. Questo studio è, …

Uno studio canadese mostra che le persone che scaricano file MP3 grazie a Napster, lo fanno per passione per la musica e non per piratare brani musicali.

Questo studio è, sicuramente, un punto in più per Napster nello scontro che lo vede contrapposto a gruppi musicali e major discografiche.
Gli utenti Internet che utilizzano questo programma per scaricare brani in formato MP3 non sono pirati ma, piuttosto, semplici appassionati di musica.

Non cercano di cortocicuitare le reti di distribuzione e continuano ad acquistare i CD.
Solutions research Group, un’impresa canadese specializzata nello studio delle abitudini dei consumatori nel campo del tempo libero, ha realizzato un’inchiesta, “In the name of the cool” coinvolgendo 2 mila canadesi con età superiore ai 12 anni.

La conclusione a cui sono giunti è che Napster corrisponde ad una goccia nel mare.
Infatti, se in media gli utenti del software scaricano un brano al giorno, acquistano ogni mese 4 CD in più rispetto al resto della popolazione e passano mezz’ora in più ad ascoltare musica, qualsiasi sia il supporto.

Napster, quindi, non è altro che uno strumento in più per dare sfogo alla passione per la musica.

“L’industria del disco deve ormai svegliarsi e riconoscere che il formato classico del CD non è più efficace. Il compratore vuole di più e se l’industria classica non lo può soddisfare, va a cercare da altre parti nuove possibilità offerte dalle nuove tecnologie”.

Ma l’inchiesta va ancora più lontano.
Gli utilizzatori di Napster sono, nella maggior parte, leader d’opinione.
“In the name of the cool”, infatti, stima che hanno accesso a brani rari e a una scelta immensa, fanno scoprire artisti del loro giro e sono sovente i fan più fedeli dei gruppi dei quali scaricano brani.

“Attaccare questi fan e contrario al buon senso – dice Kahan Yigit, direttore di questo studio – l’industria del disco vuole veramente punire questi fan fedeli, che sono la miglior pubblicità per gli artisti che amano?”.

Per leggere un sunto dell’inchiesta andate all’indirizzo http://www.inthenameofcool.com/2000/press-2000.html

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