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Gates e Ballmer testimoni per la difesa nel processo Microsoft

20 Marzo 2002

Gates e Ballmer testimoni per la difesa nel processo Microsoft

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Dunque è ufficiale. Le voci che si rincorrevano sulla presenza al banco dei testimoni del fondatore di Microsoft, Bill Gates al processo che vede la sua creatura, invece, sul banco …

Dunque è ufficiale. Le voci che si rincorrevano sulla presenza al banco dei testimoni del fondatore di Microsoft, Bill Gates al processo che vede la sua creatura, invece, sul banco degli imputati per abuso di posizione dominante, sono confermate.

Dan Webb, avvocato dell’azienda ha dichiarato che Microsoft farà venire il suo fondatore a testimoniare durante il processo che l’oppone a nove Stati americani e che si è aperto lunedì a Washington.

Lo stesso avvocato, poi, ha confermato che sarà chiamato a testimoniare anche l’attuale PDG di Microsoft, Steve Ballmer.

Cosa andranno a dire, dopo aver giurato e alzato la mano destra?
Bill Gates, attuale presidente del consiglio di amministrazione di Microsoft, il più grande gruppo mondiale di software, dovrà testimoniare che l’azienda avrebbe grosse difficoltà a separare alcune delle funzioni del suo sistema operativo Windows, come ha tenuto a precisare l’avvocato Webb.

Questo è un punto importante e delicato, dimostrato dal fatto che lo stesso Gates scende in un’aula di tribunale per difendere il proprio prodotto di punta.

I nove Stati, infatti, pensano che mantenere queste funzioni integrate nel sistema operativo, nuoccia alla concorrenza e regali a Microsoft, di fatto, una posizione di monopolio.

L’azienda, invece, difende le sue posizioni dicendo che è impossibile separare alcune componenti, se non riducendo le performance d’insieme di Windows.

Su questo sta lavorando un perito di parte (per i nove Stati) per provare che ciò è possibile senza portare detrimento all’intero sistema operativo.

La separazione di queste componenti è una delle sanzioni richieste dagli Stati controparte al processo e contrari all’accordo amichevole siglato dall’azienda, dal governo e da latri nove Stati.

Starà al giudice, in ultima istanza, decidere se questa sanzione è accettabile o meno.

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