Fusione sì, fusione no. Comunque vada questa guerra interna ad HP, come ogni guerra, rischia di lasciarsi dietro morti e feriti.
L’acquisto di Compaq da parte dell’azienda californiana è sospesa al risultato del voto degli azionisti, così partecipato da provocare un controllo attento e manuale, allungando i tempi di responso.
Fa sorridere che pur trattandosi di aziende informatiche di alto livello e pur essendo nel cuore della Silicon Valley, la Mecca tecnologica mondiale, il controllo sia ancora affidato alle mani e agli occhi di persone in carne e ossa.
In ballo ci sono 20 miliardi di dollari (a tanto ammonta la cifra per l’acquisto, a cui gli azionisti di Compaq hanno dato l’assenso) e la creazione di un vero colosso mondiale per la produzione di computer, Pc e server, che potrà rivaleggiare con IBM.
Sui due campi interni a HP, come abbiamo già scritto, ci sono due personaggi e due modi di vedere lo sviluppo della storica azienda: Carly Fiorina e Walter Hewlett.
A loro si sono associati gli azionisti, in un modo così partecipato che si pensa a un risultato di voto che dovrebbe aggirarsi in una proporzione di 51 a 49 %.
Molti degli impiegati di HP vedono di cattivo occhio l’acquisto di Compaq, che dovrà portare a una profonda riorganizzazione e renderà il gruppo più dipendente dal Pc, mercato poco remunerativo.
Davanti alle riserve degli azionisti, degli analisti e dei loro impiegati, Carly Fiorina e il suo futuro (se vincerà) numero due, Michael Capellas, attuale PDG di Compaq hanno ristretti margini di manovra.
I due si affannano a spiegare che per l’integrazione dei due gruppi è stato messo all’opera un comitato di 600 persone, proprio per rassicurare tutti i critici.
Questo comitato ha passato 500 mila ore a pianificare tutto, dal futuro servizio di assistenza comune alla clientela, alle inevitabili frizioni che una fusione di tal genere provocherebbe.
Ma quando verrà il momento, non potranno fare a meno di licenziare 15 mila lavoratori e annunciare quali prodotti dei due marchi continueranno ad essere prodotti e quali soppressi.
I clienti, preoccupati nel vedere alcune linee di prodotti sparire, insieme al marchio Compaq, potrebbero decidere di passare alla concorrenza.
Quest’ultima spera proprio che vada così e lo si legge nelle parole della Dell: “Pensiamo di essere in una posizione migliore che mai”, guardando a un futuro senza il diretto concorrente Compaq.
Poi esiste il rischio che le rispettive équipe di HP e Compaq facciano resistenza per difendere i propri prodotti rispetto all’alleato, come è successo nella fusione tra Compaq e Digital Equipment nel 1997.
“È venuto il momento per noi tutti – esorta tutti Carly Fiorina, sostenitori e avversari della fusione, in una mail ai lavoratori – di unire le nostre forze per il bene della compagnia, per i nostri clienti, i nostri impiegati e i nostri azionisti”.
Ma i rancori resteranno e potrebbero essere un nemico insidioso se l’operazione fusione andasse in porto.