Un parere recentemente emesso dall’Icann, l’organismo americano che si occupa della gestione dei nomi di dominio, potrebbe avere una conseguenza inattesa: la scomparsa di Froogle. Ironia della sorte, è stato proprio Google a dare il via alla vicenda, coinvolgendo l’Icann in un affare di typosquatting (una variante di cybersquatting basata sugli errori di ortografia) di cui si reputava vittima. Questione principale: la legittimità del nome di dominio Froogles.com, troppo simile a Google e suscettibile, secondo la società, di creare la confusione negli internauti.
L’Icann ha appena deciso, ma non a favore del motore di ricerca americano. Due dei tre membri dell’organismo impegnati nell’esame del dossier hanno infatti ritenuto che la differenza tra le lettere che compongono i nomi di dominio dei due siti fosse sufficiente a stabilire una netta distinzione tra Google e Froogles. Un giudizio che potrebbe tradursi, per Google, nell’impossibilità di utilizzare il nome di dominio Froogle, registrato nel settembre 2001, cioè circa un anno dopo la creazione del sito Froogles.com da parte di Richard Wolfe.
Ruoli invertiti?
Potrebbe essere. L’avvocato del proprietario di Froogles, in un’intervista accordata all’agenzia di stampa Associated Press, ha infatti affermato che: “Se Google continuerà a utilizzare e sfruttare il dominio Froogle, violerà il diritto dei marchi. E questo anche se la registrazione di Froogles presso l’US Patent and Trademark Office è posteriore rispetto a quella di Froogle. In materia di diritto americano, infatti, questo non rappresenta una contraddizione”.
Se Richard Wolfe e il suo avvocato decidono di perseguire Google in giudizio, quest’ultimo ha buone probabilità di perdere, vedendosi poi costretto ad abbandonare definitivamente il dominio Froogle”.