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FreeBSD: l’alternativa a Windows …e a Linux

22 Dicembre 2000

FreeBSD: l’alternativa a Windows …e a Linux

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Sebbene sia un sistema operativo ancora sconosciuto alla maggior parte delle persone, FreeBSD ha avuto modo di farsi notare da molte grandi aziende che lo hanno adottato per offrire i loro servizi tramite la Rete

Yahoo! e Hotmail utilizzano questo sistema operativo senza avere problemi a gestire milioni di utenti, con performance e stabilità veramente eccezionali (i derivati di BSD hanno performance di rete superiori di circa il 15% anche rispetto a Linux). Questo OS è un derivato di Berkeley Unix, è totalmente gratuito e i suoi sorgenti sono liberamente distribuibili e modificabili.

Al contrario di Linux che è disponibile in moltissime distribuzioni ognuna diversa dall’altra, FreeBSD ha un’unica distribuzione proveniente dalla Berkeley University. Èopportuno citare anche altri due derivati di BSD che sono OpenBSD (orientato alla sicurezza) e NetBSD (i cui moduli sono ottimizzati per avere le massime prestazioni in rete). A prima vista questi OS ci possono sembrare molto simili a Linux, ma in realtà le differenze sono molte. Una delle principali, che ho già accennato prima, è che viene sviluppato non da vari gruppi di utenti sparsi in tutto il mondo, ma da un solo gruppo di sviluppatori che fa capo alla Berkeley University. La loro filosofia è di non rilasciare una nuova versione fino a che non sono sicuri che sia sufficientemente stabile e affidabile. Questa non è una cosa da poco visto che solitamente siamo abituati a vedere i nostri sistemi andare in crash inaspettatamente (mi riferisco in particolare ai sistemi Windows) e sicuramente lo rendono più che adatto ad essere impiegato nelle strutture che richiedono come primo requisito l’affidabilità.

FreeBSD viene solitamente distribuito in tre versioni: release, stable e current. Le prime due sono da considerarsi stabili e affidabili, mentre la terza contiene le ultime novità e quindi non è ancora stata testata a fondo. In parole povere, la current non è esente da crash di sistema ed è sconsigliato usarla in ambienti professionali.

L’installazione di FreeBSD può risultare abbastanza ostica per chi non è abituato, ma se si seguono attentamente le istruzioni (disponibili solo in inglese) che vengono mostrate durante l’installazione, in circa un’oretta è possibile avere sul proprio PC una copia funzionante di questo OS.

FreeBSD presenta anche altre differenze per quanto riguarda il Filesystem e la gestione dell’installazione delle applicazioni. Quando iniziamo l’installazione, viene utilizzata una porzione del disco (oppure il disco intero) per creare una fetta particolare all’interno della quale saranno create le partizioni necessarie. Il sistema è in grado ovviamente di leggere e scrivere tutti gli altri tipi di partizioni più utilizzati, come ad esempio: FAT32, VFAT, ext2fs, NTFS ecc…Per installare un’applicazione è presente un sistema di packaging molto simile a quello utilizzato da Slackware Linux. Per FreeBSD sono disponibili quasi tutte le applicazioni che normalmente si trovano su Linux, grazie alla disponibilità del porting delle principali librerie, che permettono di ricompilare qualsiasi sorgente, inoltre è presente la compatibilità per i binari in formato ELF (un formato binario di Linux) che fa girare direttamente anche un’applicazione compilata per Linux.

Per chi volesse maggiori informazioni su questo sistema operativo, oppure chi volesse direttamente scaricarlo, può visitare direttamente il suo sito Web.

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