Facebook, la nota piattaforma di social networking, non solo permette di tenersi in contatto con amici e colleghi, ma anche di generare denaro se si sviluppa autonomamente l’applicazione giusta. Apparentemente sembrerebbe un clone di altre piattaforme, in realtà il valore aggiunto è che dalla scorsa primavera le sue API (Application Programming Interface) sono state rese disponibili agli sviluppatori indipendenti.
Questo ha fatto crescere vertiginosamente il numero di tool e mini-applicazioni compatibili: in pratica al momento è possibile disporre di più di quattro mila widget. La pubblicità e la vendita a venture capitalist di queste soluzioni ha iniziato a generare introiti non indifferenti.
Insomma, oltre alle classiche funzioni che si possono trovare su MySpace, su Facebook si può: creare una rete con i propri amici e colleghi utilizzando la mail interna, la messaggistica privata e le discussioni pubbliche; aggiornare il proprio status e la propria presenza utilizzando sia servizi proprietari che di terze parti tipo Twitter; attivare live chat e telefonare con Skype con un solo click; importare, condividere video e creare album fotografici e slide show; esportare funzionalità e contenuti da un profilo all’altro.
Le potenzialità, quindi, ci sono tutte. Per questo motivo nel settembre scorso hanno iniziato a circolare voci di un interessamento da parte di Microsoft e Google. Da Redmond pare essere arrivata un’offerta di circa 500 milioni di dollari per il 5% delle azioni della piccola società.