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Fa discutere in Francia l’esistenza di un archivio informatico dei dipendenti della società Alstom

23 Aprile 2002

Fa discutere in Francia l’esistenza di un archivio informatico dei dipendenti della società Alstom

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Il Tribunal de grande instance di Versailles dovrà stabilire se la società Alstom Power Boilers ha violato le norme sul trattamento dei dati personali, predisponendo una banca dati informatica contenente informazioni sulle attitudini e sul rendimento dei propri dipendenti

Didiere Jeanperrin, ex direttore del settore risorse umane della Alstom Power Boilers e la stessa società, rappresentata da Jean-Bernard Gautier, sono stati recentemente rinviati a giudizio davanti al Tribunal de grande instance di Versailles.

L’accusa è quella di aver effettuato trattamenti automatizzati di informazioni relative a dati personali dei dipendenti senza aver ottenuto la preventiva autorizzazione dalla Commission nationale de l’informatique et des libertés (CNIL), e di aver ostacolato il funzionamento del comité central d’entreprise (CCE) – comitato che opera all’interno dell’azienda a tutela dei lavoratori – non rispettando le regole relative agli obblighi di informazione e consultazione.

La vicenda risale al 1999 e riguarda una banca dati informatica contenente una serie di informazioni relative al personale, che la società francese – filiale dell’Alstom specializzata nella produzione di caldaie per centrali energetiche, che, all’epoca, si chiamava Energy Systems – aveva fatto predisporre da Jeanperrin, mentre conduceva trattative con le parti sociali per la definizione di un sistema di gestione delle risorse professionali dell’azienda e di individuazione dei soggetti da collocare in prepensionamento.

Nell’agosto dello stesso anno, però, la stampa era venuta a conoscenza di questo archivio, dopo che l’allora direttore del personale aveva inviato una mail ai responsabili delle sedi di Vélizy (Yvelines) e di Lys-les-Lannoy (Nord), informandoli circa le intenzioni della direzione generale e allegando al messaggio di posta elettronica un file intitolato “Gestione dei dipendenti e delle competenze”.

La banca dati – di cui la società ha poi ordinato la distruzione – secondo l’organizzazione sindacale CGT, costituitasi parte civile, era stata predisposta con la finalità di individuare i lavoratori da licenziare. I 548 degli 890 dipendenti dell’Alstom Power Boilers, infatti, venivano indicati con il nome e con un aggettivo che ne evidenziava l’atteggiamento rispetto al lavoro e all’azienda, nonché la probabilità o meno di un licenziamento.

L’ex direttore Jeanperrin e il legale rappresentante della società si sono difesi sostenendo che non c’era stato nessun trattamento di dati non autorizzato e che l’eccezionale carico di lavoro verificatori nel 1999 aveva semplicemente costretto l’azienda a verificare la consistenza del proprio organico, senza che ci fosse nessun piano di riduzione del personale.

Nel corso dell’udienza tenutasi lo scorso 4 febbraio, il pubblico ministero, che pure non ha ritenuto fondata la tesi della parte civile, sostenendo che nessun lavoratore era stato licenziato solo in considerazione delle indicazioni contenute nel file, ha chiesto, però, la condanna di Didiere Jeanperrin e della società, al pagamento, rispettivamente, di 7500 e di 15000 euro d’ammenda, per le violazioni relative al trattamento dei dati personali.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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