In maggio avevamo lasciato Massimo Russo e Vittorio Zambardino alle prese con la scrittura di Eretici digitali, un libro che prendeva le mosse da un manifesto condiviso e discusso in rete. L’eresia del titolo è quella che gli autori chiedono a tutti gli attori nell’ecosistema di internet – giornalisti, politici e cittadini della rete – rispetto ai propri statuti professionali e alle proprie visioni consolidate. Ne va del futuro stesso della rete, stretta tra gli interessi di nuovi e potenti intermediari, l’ottusità degli establishment, le ambizioni censorie della politica e la mistica dell’innovazione che ignora il conflitto – spiegano i due giornalisti. Quel libro ora è pronto e da mercoledì sarà in libreria. Eretici digitali sarà acquistabile anche come ebook su Apogeonline (in formato epub, a 6,90 €). Distribuito con licenza Creative Commons (BY-NC-SA 2.5), sarà infine rilasciato progressivamente anche in formato testuale sul sito del libro: già oggi si può leggere in anteprima il primo capitolo.
Massimo, Vittorio, ben ritrovati. A rileggere quello che dicevate sei mesi fa e a confrontarlo con l’attualità verrebbe da dire che siete stati buoni profeti…
Massimo Russo: In effetti alcune delle cose che noi immaginavamo come lontane si sono poi avverate prima del previsto. Il libro avrà perso forse qualcosa in forza profetica, per contro quello che vediamo in questi giorni non è che l’avverarsi del contesto politico di molte delle cose che abbiamo scritto. Penso alle discussioni sul ruolo di Google, al governo tedesco che mette fuori legge Google Analytics, all’acutizzarsi della crisi dei giornali. Una serie di movimenti che noi immaginavamo hanno subito una forte accelerazione, nel bene e nel male, rendendo ancor più necessaria l’eresia.
Vittorio Zambardino: All’elenco di Massimo aggiungo anche il passaggio definitivo della Hadopi in Francia. Peraltro, se la maggioranza reggerà alle difficoltà contingenti, vedrai che finiranno per fare una Hadopi anche in Italia. Il dibattito sulla banda larga, poi, ha fatto emergere in modo molto chiaro come il freno principale alla diffusione di internet in questo paese sia la necessità di non mettere in crisi la consistenza dell’audience generalista. La dichiarazione di Confalonieri in fondo questo è: considerano internet come una piattaforma trasmissiva. Sono tutte dimostrazioni di un clima pesante che grava sulla “parte abitata” della rete, persone che si servono della rete non certo come piattaforma di trasmissione broadcast o mainstream.
Il libro prendeva spunto da un manifesto e dal confronto in rete che ne sarebbe seguito. Com’è andata quella conversazione?
VZ: Finora abbiamo avuto molti consensi, ma meno interlocuzione. Questo libro vorrebbe soprattutto poter discutere e spero proprio che avremo occasione di farlo. Ma una cosa dirò e scriverò in tutte le salse: quello che cerchiamo di fare con Eretici digitali non è a disposizione delle future battaglie politiche. Detta più terra terra: noi non siamo né anti Google né pro Google, non siamo contro i giornali né a favore dei giornali…
Più che eretici, verrebbe da dire laici digitali…
VZ: Sarebbe stato un titolo perfetto, a pensarci prima. Il punto è che in questo ambiente c’è tanto dogmatismo che il laico diventa eretico. Il possibile accordo fra Murdoch e Microsoft si sta già trasformando in una guerra di religione senza senso. Così come un processo a Google da parte di quell’Europa che sta per approvare il Pacchetto Telecom, tagliando la testa alla neutralità della rete, a me non sta bene: io non mi vado certo a sedere dalla parte dell’accusa. Allora il concetto è che noi, che siamo eretici e laici, non siamo a disposizione per nessuna guerra di religione.
MR: Questo, se vogliamo, è il destino di ogni eresia: ognuno cerca di appropriarsi della fetta di racconto che gli torna utile. Gli apologeti della rete, per esempio, saranno contenti di vedere che non siamo molto teneri nei confronti della categoria alla quale apparteniamo. Noi, per converso, ci sentiamo in una terra di nessuno, perché da un lato la corporazione giornalistica non ci riconosce più e dall’altro gli apologeti della rete faticano a riconoscere la posizione dominante, abusata o meno che sia fin qui, che le compagnie telefoniche, i motori di ricerca e i grandi social network stanno assumendo. Laddove esiste un fenomeno di massa, e la rete oggi è un fenomeno di massa, dove la gente vive, dove la gente ama, dove ci sono scambi economici, dove ci sono posizioni di potere consolidate o in via di consolidamento, esiste il conflitto, esistono persone che non agiscono nel nome di tutti, ma ognuno per il legittimo interesse personale, ed esiste quindi lo spazio per il giornalismo per raccontare.
Dunque l’eresia è il giornalismo?
MR: L’eresia è entrare in questo spazio con il giornalismo. Mettere da parte la corporazione. Mettere da parte gli apologeti della rete. Mettere da parte la politica che utilizza questi fenomeni nella categoria dell’allarme, che li ignora (facendo sparire i fondi per la banda larga), che ne impedisce lo sviluppo a favore di interessi altrui (vedi la discussione sul destino della rete Telecom a cui partecipano dirigenti Mediaset, fatto assai bizzarro e passato pressoché sotto silenzio). Il giornalismo, cercando di svelarne le meccaniche, è per sua natura contro il potere.
Dove andrete ora a propugnare l’eresia?
MR: Ci aspetta una lunga serie di incontri. Domani, martedì 1° dicembre, siamo a Roma, alla Libreria Feltrinelli di piazza Colonna, insieme a Stefano Rodotà, Alessandro Gilioli e Giuseppe Smorto e Mario Tedeschini Lalli. Il 2 dicembre saremo ospiti di Angelo Agostini allo Iulm. Il 4 dicembre di nuovo a Roma, con Roberto Cotroneo alla Scuola di giornalismo della Luiss. Il 9 ancora a Milano in uno spazio un po’ off che è lo Shake di Gomma Guarneri. Dopo le feste, a gennaio ricominciamo in date da definire con Firenze, insieme a Marco Pratellesi, poi Milano per Meet The Media Guru, poi ancora all’Università di Urbino da Giovanni Boccia Artieri. Seguiranno altre località che comunicheremo appena possibile sul sito del libro. Stiamo preparando anche un filmato in Flash che pubblicheremo sul sito e che useremo durante le presentazioni, per rendere accessibili i contenuti del sito in una forma più immediata, una sorta di Eretici digitali for dummies.
ZV: Un’altra iniziativa che ci piacerebbe organizzare, ma che dobbiamo ancora pensare, è una sorta di presentazione online. Se fosse più diffuso e meno ostile, il luogo ideale sarebbe Second Life. Mi piacerebbe riunire un gruppo di persone che dopo aver letto il libro siano particolarmente motivate a discuterne insieme.
Sul risvolto di copertina affermate che coi proventi del libro finanzierete un’iniziativa di giornalismo digitale d’inchiesta al Festival del Giornalismo di Perugia. Di che cosa si tratta?
MR: Domani, contestualmente alla presentazione di Roma, pubblicheremo un bando sul sito di Eretici digitali e su quello del Festival del Giornalismo. Grazie alla collaborazione di Arianna Ciccone, che ha creduto in questa iniziativa e che ci sta dando una mano a organizzarla, devolveremo tutti i proventi del libro a un’inchiesta di giornalismo digitale pubblicata nel 2009 o a gennaio 2010, in italiano o inglese. Dal 1° dicembre al 28 febbraio 2010 chiunque potrà segnalare la propria inchiesta, mentre il 22 aprile 2010, a Perugia, premieremo quella che sarà giudicata la migliore.
[Nel rispetto del lettore e della trasparenza, ricordiamo che Eretici digitali è un libro pubblicato da Apogeo, editore anche della rivista online che ospita questo articolo. Inoltre l’autore dell’intervista ha avuto un ruolo, seppure marginale, nella produzione del libro stesso.]