Mi sento onorato di poter contribuire in modo rilevante alla raccolta di testi no copyright del tempo che fu, iniziata da Simone Aliprandi, con un esemplare pregevole e doppiamente interessante della preda, che mostro subito.
Emoticons, circa 1800 (via @theretronaut) pic.twitter.com/pgtanAYoUw
— AQ (@aqworks) July 24, 2014
Dobbiamo fidarci dei compilatori del sito Retronaut. Se lo facciamo, ci troviamo di fronte a una pagina stampata del 1881, con centotrentratré anni di vita, un chiaro messaggio di assenza di copyright e – doppiamente interessante, si diceva – una interpretazione degli emoticon, le faccine, che oggi dominano la scena ma abbiamo la prova di poter retrodatare addirittura al XIX secolo.
Con disegno a discrezione del tipografo: opportuno ricordarlo perché, un secolo abbondante più tardi, i caratteri iconici emoji si basano su uno standard, Unicode, che interpretato da designer e grafici, dà origine a set di caratteri che rispettano la specifica e però mettono a rischio il dialogo, come scrive Bianca Bosker su Huffington Post:
Se il problema avesse un simbolo, sarebbe l’emoji dal cuore peloso, , che appare su Android quando da iPhone si spedisce un cuore d’oro, . Consideratevi avvisati.
Divertente e immediato comunicare per piccole immagini, solo che esse cambiano da una piattaforma all’altra e quello che parte da un Android non verrà visto allo stesso modo su iOS, OS X o Windows, con tutti i viceversa possibili.
Certe cose dell’informatica non cambiano mai: portiamo in tasca computer che nel 1969 avrebbero agevolmente fatto allunare un migliaio di Apollo 11. A livello di autentica standardizzazione dei sistemi, tuttavia, è tutto come al tempo di Queen Victoria.
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Dal 4 al 22 agosto Apogeonline andrà in vacanza e tuttavia alternerà agli articoli migliori della stagione uno straordinario diario di viaggio dalla California del nostro Simone Aliprandi: interviste, eventi live e altro purché interessante, nel pieno della Silicon Valley. Sarà una vacanza speciale!