Il mercato delle periferiche per personal computer ormai è diventato come quello dei detersivi: centinaia di marche diverse, packaging dai mille colori, caratteristiche superflue. Forse l’unica innovazione vincente riguarda l’avvento dell’ottica digitale, senza meccanica e senza bisogno di manutenzione. I wireless mouse hanno ancora problemi di risposta: con un comunissimo gioco di azione in prima persona vanno alle corde per l’aggiornamento dati. Quando arriveranno le versioni 802.11b la situazione cambierà notevolmente, ma sino ad allora la lotta sarà solo sul brand e il design.
Il premio del kitsch 2002 per le periferiche potrebbe essere assegnato tranquillamente al Glow Mouse, brutto come non mai e appariscente come un vestito di Versace. La rotellina per lo scrolling brilla di un luminescente blu; la base del mouse invece è dotata di uno sfavillante rosso per ridare colore alle scrivanie più tristi. Le dimensioni del dispositivo sono piuttosto contenute, adatte soprattutto per l’utilizzo portatile, con notebook e mini-notebook.
Il collegamento della periferica avviene tramite tecnologia USB e quindi l’alimentazione non è un problema. Per l’ottica, tuttavia, bisogna affidarsi ad una piccola pila stilo, che trova sede sotto lo chassis di plastica. La frequenza di scanning del Glow Mouse è di 1500 punti/s, sufficiente per ogni tipo di applicazione.
Il software in bundle è di facile installazione e permette un accurato setting del dispositivo. La personalizzazione dei tasti è facile, non manca la possibilità di utilizzare la rotellina centrale come zoom control. Il prezzo del Glow Mouse è di 26 dollari.