Una delle fissazioni dei media (soprattutto in USA, ma non solo) rimane la descrizione di paurosi scenari derivanti dalla perdita di privacy causata dall’avanzare dell’e-commerce. In risposta a tale tendenza, alcuni giornalisti sottolineano come però finora, nel contesto tra privacy ed e-commerce, non si verificato nessun clamoroso disastro, qualcosa cioè di paragonabile agli incidenti nucleari di Three Mile Island o Chernobyl. È il caso di un articolo sul mensile di tecno-business Red Herring, dove si sottolinea il fatto che le grandi “società Internet continueranno a proteggere la privacy degli utenti, proprio perchè sono i dati personali a costituire fonte primaria del loro business.” Questa la realtà dei fatti, a cui si contrappone però la sensazione degli utenti di una sfiducia generalizzata.
I quali utenti continuano a preoccuparsi delle possibili e potenziali violazioni della privacy online. Lo conferma nuovo studio curato da NFO Interactive, secondo il quale quasi il 70 per cento di quanti non hanno mai acquistato nulla online, teme la disseminazione generalizzata dei propri dati personali. È quindi la mancanza di fiducia negli imprenditori dell’e-commerce a prevenirli dal lanciarsi nello shopping online. Come conquistare la fiducia dei consumatori sul Web? Secondo la stessa NFO Interactive, occorre innanzitutto creare la sensazione che il consumatore si trovi in un classico negozio reale, aprendo diretti ed efficaci canali di comunicazione tra cliente e azienda.