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Droni mondiali

24 Giugno 2014

Droni mondiali

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Dal Brasile a Manhattan, sorvolando l'Iraq: l'insicurezza passa dai droni che osservano (e per ora fanno solo quello).

La nuova tecnologia di volo senza pilota ha giocato un bel tiro all’allenatore Didier Deschamps, quando un piccolo drone ha sorvolato la squadra francese durante gli allenamenti per la Coppa del Mondo FIFA a Ribeirao Preto.
La dichiarazione del manager è stata di lapalissiano sconcerto, comprensibile in persone probabilmente più concentrate sui preziosi piedi dei calciatori transalpini che non sulle ultimissime dall’avionica tascabile:

A quanto pare i droni sono utilizzati sempre di più.

Subito la polizia locale si è messa al lavoro per far luce sulla gravissima violazione di privacy. Grave scorrettezza tecnologica di un’avversaria? Non ancora: il proprietario del quadricottero, arrestato un’ora dopo, si è dimostrato semplicemente uno spettatore di frodo, impossibilitato a partecipare in diretta agli eventi dei Mondiali, ma capacissimo di gettare nel panico i responsabili brasiliani della sicurezza.

Didier Deschamps

La nazionale francese messa in crisi dall’innovazione nel gioco aereo.


Autogol anche per un bassista americano, multato per duemila e rotti dollari dopo aver lanciato il suo multicottero, completo di telecamera, nei cieli di Manhattan. Dopo un volo di una decina di minuti il drone ha sbattuto un paio di volte contro finestre di grattacieli, finendo la corsa a venti metri da un ignaro passante. Il tutto in una zona tra le più protette al mondo per quanto riguarda i diritti di sorvolo.
Dalla privacy alla sicurezza personale a quella nazionale, con la richiesta iraniana di interventi dal cielo da effettuarsi con droni americani contro i miliziani dell’autoproclamato Stato islamico dell’Iraq e del Levante. John Kerry ne ha evocato l’utilizzo, come riportato dall’Ansa:

Un attacco con droni potrebbe essere un’opzione per fermare l’avanzata dei jihadisti dell’Isis in Iraq.

Ce n’è più che abbastanza per capire che i droni sono qui per restare e il loro uso diventerà sempre più pervasivo, sempre più discusso. I regolamenti come quello recente italiano sono necessari e benvenuti a creare un ordinamento sostenibile; ma la pratica rischia di scavalcare ben presto i tentativi di legislazione convenzionale.

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