Nato nel 1946 come State Film Centre dello Stato australiano del Victoria, l’Australian Centre for the Moving Image ha una storia travagliata che l’ha visto rinascere dalle ceneri in tutto il suo splendore nel 2002 al centro di Federation Square, la piazza più bella e movimentata della lontanissima Melbourne. Sette anni dopo, è stata inaugurata anche la galleria espositiva che abbiamo avuto occasione di visitare in questi giorni, interamente dedicata al mondo degli schermi e ai contenuti visivi. Oggi l’ACMI è un centro culturale che ospita proiezioni, convegni e mostre speciali per ogni età. Al centro delle attività di ricerca, senza dubbio, si trova il mondo digitale. Ad accoglierci all’entrata, Opte Project, la proiezione virtuale della Rete su un globo ideata da Barrett Lyon e interamente basata su software libero.
Il percorso parte dagli albori del cinema, passando per radio e tv, fino ad arrivare ai monitor dei personal computer, con la Rete e i videogiochi. Sono parecchi i tavoli interattivi esposti e quello dedicato ai giochi è preso d’assalto. Le nuove generazioni sono affascinate da grafiche e meccaniche retró, come nel caso di Space Invaders, dove il giocatore controlla un cannone mobile che si muove in orizzontale sul fondo dello schermo e deve abbattere uno a uno gli alieni che si avvicinano alla nostra Terra. Semplice, veloce, addictive.
Anche ciò che è successo in Rete negli ultimi anni è pane da archeologi e materiale da museo a Melbourne. Un monitor offre la possibilità, ad esempio, di sfogliare e guardare i memi più diffusi e contagiosi. In alternativa, se non avete modo a breve di farvi un giorno di volo per raggiungere la metropoli australiana, potete dare un’occhiata all’archivio online Know Your Meme, costantemente aggiornato. Sapete qual è stato il primo meme online? Sembra che sia merito di Ze Frank e del suo How to dance properly, lanciato nel 2001 e battuto solo tre anni dopo dal progetto di comunicazione di Burger King Subservient Chicken. Provateli.
Arriviamo al presente: 3D e realtà virtuale. Tra i lavori più affascinanti, c’è un delizioso uccellino creato da Keith Tucker grazie a un sapiente utilizzo della computer animation. Si sbircia da un oblò e lo si osserva muoversi, con sorprendenti livelli di dettaglio del suo piumaggio e delle sue espressioni. L’effetto finale per grandi e piccini è che non sembra sia dipendente da alcuna macchina o alcun comando tecnologico.
Altra illusione ottica è quella del ricercatore e artista graphic designer Chris Barker: una scultura in rilievo dove viene proiettata un’immagine piatta, che a seconda del punto di vista dello spettatore passa dal piatto al 2D, rifacendosi a Giorgio De Chirico e Paul Delvaux.
Infine, tutti i visitatori dell’ACMI sono invitati a pensare quale sarà la rivoluzionaria idea digitale che cambierà il nostro futuro e scriverla su un foglio bianco. Le idee più originali vengono passate sotto lo scanner e proiettate su un muro. I bambini vincono sempre a mani basse.
Completata la visita (gratuita!), concedetevi infine un giro anche nello shop, dove tra gadget e kit per costruirsi i propri circuiti e videogiochi, c’è anche un set per costruirsi rudimentali visori per la realtà virtuale.