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Dell e Hewlett-Packard nel mirino dei consumatori

10 Marzo 2005

Dell e Hewlett-Packard nel mirino dei consumatori

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Negli Stati Uniti, le due società sono oggetto di azioni giudiziarie distinte, avviate da consumatori. Sotto accusa i servizi finanziari di Dell e le cartucce per stampanti di HP

I due principali produttori di materiale di consumo per Pc sono stati contemporaneamente presi di mira dai consumatori: Dell è accusato di pubblicità menzognera relativamente ai suoi servizi di credito, mentre a Hewlett-Packard (HP) è stata contestata una presunta pratica di “approvvigionamento forzato” delle sue cartucce per stampanti.

Lo studio legale americano Lerach Coughlin Stoia Geller Rudman & Robbins LLP ha annunciato di avere avviato un’azione di massa (class action) nei confronti di Dell, a causa dei piani di finanziamento a tasso d’interesse elevato che la società propone ai suoi clienti. Le condizioni di rimborso del prestito, presentate come un vantaggio per il cliente, costituirebbero perciò una pubblicità menzognera.

A dare il via al caso, un infermiere di San Francisco che ha agito in giudizio per primo. Secondo il comunicato diffuso dallo studio legale, questa persona ha comperato a rate, sul sito di Dell, un notebook e una stampante per una somma totale di 688 dollari. A seguito di un aumento dei tassi d’interesse sul prestito, applicato da Dell Financial Services, l’acquirente si è trovato a pagare ben 1.352 dollari.

Un altro tema oggetto della class action nei confronti di Dell è la procedura di cambio di prodotti informatici applicata in caso di materiale difettoso, che sarebbe a totale svantaggio del consumatore.

Il produttore americano di Pc non ha voluto commentare la questione.

Il caso Hewlett-Packard

Per quanto riguarda HP, l’azione, avviata da un singolo consumatore, riguarda le cartucce d’inchiostro prodotte e commercializzate dal gruppo informatico.

Una cliente residente nello Stato della Georgia ha citato in giudizio HP dinanzi alla Corte superiore di Santa Clara, in California, con l’accusa di avere introdotto un chip che altera i valori che permettono di misurare il livello d’inchiostro nella stampante. Secondo l’accusa, questo sensore permetterebbe di bloccare le cartucce a una data predeterminata, anche se il serbatoio non è interamente vuoto o la cartuccia non è mai stata utilizzata.

“L’inchiostro ha una durata di vita limitata. È un composto chimico che evolve, cambia, perde le sue proprietà, a livello di viscosità ad esempio. E questo anche se la cartuccia non è utilizzata. C’è allora un rischio materiale in caso di utilizzo oltre la data prevista, pari a circa due anni e mezzo dalla fabbricazione. Abbiamo dato questo termine di scadenza solo per evitare danni al consumatore e possibili denunce per danni alle stampanti”, ha dichiarato un portavoce di HP.

L'autore

  • Annarita Gili
    Annarita Gili è avvocato civilista. Dal 1995 si dedica allo studio e all’attività professionale relativamente a tutti i settori del Diritto Civile, tra cui il Diritto dell’Informatica, di Internet e delle Nuove tecnologie.

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