Se bastasse così poco, avremmo risolto un sacco di problemi con sforzo davvero minimo. L’idea della curva di Quartz va comunque considerata con curiosità e attenzione, anche perché spiega che può bastare… così tanto.
Quartz è un sito di notizie lanciato da The Atlantic Media Company l’anno scorso, che stando ai suoi fondatori punta alla profittabilità per il 2015, entro tre anni dall’avvio.
L’editor in chief di Quartz, Kevin Delany, ha dichiarato a The Media Briefing che i lettori tendono a concentrarsi sugli articoli sotto le cinquecento parole e quelli sopra le ottocento. In mezzo, invece:
La chiamiamo la curva di Quartz. La zona tra 500 e 800 parole è il posto dove non si vuole stare, perché non è materiale corto, veloce, concentrato e da condividere, e non è lungo abbastanza da sentirsi ripagati dell’esperienza.
La cosa interessante è che, secondo Quartz, la produzione media di una organizzazione tradizionale dedita alle notizie ricade mediamente proprio in questa landa desolata del Non Letto, tra 500 e 800 parole. Parole loro, questa è una opportunità per i media nativamente digitali. E doptotutto, se in un anno sono passati da zero a tre milioni e mezzo di lettori, qualcosa significherà.
Naturalmente non è la panacea dei dolori da editoria digitale, però una riflessione con l’analytics aperto nella finestra di fianco può essere il caso di farla. Da anni per esempio si discute della uncanny valley, l’area dell’innaturale dove i robot androidi inquietano gli umani in quanto troppo realistici per una creatura meccanica e troppo poco per un organismo.
Il lettore forse è sempre quello, ma quando si concentra sul digitale desidera un tipo di narrazione diverso e la lunghezza potrebbe essere solo uno dei tanti parametri utili.