Il nuovo trattato contro i crimini informatici redatto da un comitato di esperti del Consiglio d’Europa, piace agli americani e sarà adottato negli Stati Uniti.
Questo documento servirà ad armonizzare le leggi attuali che combattono la pirateria, la frode finanziaria, l’uso dei virus e la pedofilia su Internet.
Inoltre, propone metodi comuni per stabilire le prove digitali e per scoprire i criminali.
Il Consiglio d’Europa ci sta lavorando sopra dal maggio 1997 e l’iter dovrebbe terminare, con la ratifica del documento, prima della fine del 2001, da parte dei rappresentanti dei 41 stati membri del Consiglio.
Gli Stati Uniti, dunque, dovranno decidere a loro volta se sostenere le scelte europee e adottare le stesse strategie o mantenere l’attuale legislazione americana.
Intanto, le varie associazioni americane per la protezione della privacy insorgono: il punto più grosso di scontro si deve all’obbligo del FAI di registrare e conservare le informazioni sui loro clienti.
Ma esiste un altro punto che, questa volta, fa agitare gli stati maggiori dei siti americani.
Il 30 novembre, infatti, i ministri europei della Giustizia hanno approvato un testo chiamato Regulation Bruxelles 1.
In particolare, l’articolo 15 pone tutte le imprese di commercio elettronico sotto la giurisdizione di ognuno dei 15 membri della UE.
In pratica, il testo autorizza i consumatori europei a portare in causa davanti a un tribunale locale un sito Internet che vende beni o servizi da un paese straniero.
La legge dovrebbe entrare in vigore nel mese di marzo prossimo. Gli Stati Uniti si adegueranno o faranno, è il caso di dirlo, “orecchie da mercante”?