Mentre in Gran Bretagna l’MI5 vuole realizzare un centro d’ascolto sul modello Echelon per Internet, dopo le brutte figure raccolte in questi mesi, il Consiglio d’Europa rende pubblico un primo progetto di convenzione internazionale sulla cyber-criminalità.
Il progetto vuole avere lo scopo di armonizzare le legislazioni dei paesi membri e facilitare la collaborazione nelle inchieste.
I 41 paesi membri del Consiglio d’Europa si sono accordati per un primo tentativo internazionale di lotta contro la criminalità informatica.
Il “Progetto di convenzione sulla cyber-criminalità” è il primo passo di un testo che, una volta terminato, dovrà armonizzare le legislazioni nazionali in materia di crimini informatici, per facilitare le inchieste e permettere una cooperazione efficace tra i diversi paesi.
Questo documento è il primo a interessarsi da un punto di vista legislativo e penale dei diversi cybercrimini: pirataggio informatico, frode e falsificazione, pornografia infantile, protezione del diritto d’autore, responsabilità dei privati e delle imprese.
Insomma, sembra che nulla sia stato dimenticato.
Il testo prevede norme minime per i reati in corso e incoraggia gli stati membri ad adottare gli stessi metodi di inchiesta.
Alla fine, le frontiere non saranno più una protezione per i criminali informatici, che sovente sparpagliano le prove della loro colpevolezza in computer sparsi in diversi paesi.
Il progetto dovrà essere terminato dagli esperti per fine anno, nel frattempo le imprese e le associazioni dei paesi membri potranno far pervenire i loro commenti al gruppo incaricato della redazione del trattato.
Per leggere il testo andate all’indirizzo http://conventions.coe.int/treaty/EN/cadreprojets.htm