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Computer palmari e Linux a braccetto?

08 Ottobre 2001

Computer palmari e Linux a braccetto?

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L'open source avanza tra i palmari e i sistemi embedded. Ma il futuro rimane in salita

Computer palmari, uno dei settori in cui Linux promette parecchio, insieme ai sempre più popolari sistemi embedded. Lo scorso anno diversi produttori hanno optato per il sistema open source, soprattutto per le sue qualità di elasticità e robustezza. Tra questi, spicca Sharp che a maggio aveva annunciato la scelta di Embedix (di Lineo) per alcuni “handheld”. Arriva ora la conferma: tra qualche settimana il modello sarà a disposizione dei programmatori. A inizio 2002 è prevista la vendita al pubblico, inizialmente soltanto negli Stati Uniti. Un buon passo avanti, anche se è vero che la quota di mercato finora conquistata da Linux è alquanto ridotta. Scenario destinato a non smuoversi più di tanto per almeno un paio d’anni, fanno notare gli analisti. I quali imputano ciò soprattutto all’estrema fragmentazione e alla relativa novità del settore. Ma anche in quest’ambito punti centrali rimangono la strategia operativa e la visibilità commerciale, ancor più e prima che la stessa tecnologia. Qualcosa che riflette il futuro dell’intero mondo Linux, sempre teso a creare nuovi spazi ed opportunità in un’industria dominata dai soliti giganti.

L’iniziativa di Sharp mira all’ambito consumer, con un palmare dotato di 64 MB di memoria (quello per gli sviluppatori avrà 32 MB ad un prezzo inferiore), con processore Intel StrongARM a 206MHz. Il monitor avrà una risoluzione di 320 per 240 pixel, con colori a 16-bit. Altre caratteristiche includono il riconoscimento della scrittura a mano, la tastierina con copertura protettiva, degli slot d’espansione per CompactFlash e Secure Digital. Il palmare dovrebbe poi includere una versione del browser ‘leggero’ Opera e la macchina virtuale Java del Tao Group, in modo da poter utilizzare ogni applicazione in Java. Prezzo al pubblico, al momento indicativo, tra i 400 e i 600 dollari. Per quanto coperta da riserbo, la notizia conferma l’interesse concreto di Sharp verso Linux, dopo aver annunciato a maggio l’utilizzo, su alcuni modelli, del sistema operativo prodotto da Lineo, noto come Embedix, che aggiunge al classico kernel open source alcune funzioni proprietarie.

Mentre Linux avanza anche tra i palmari, gli esperti del gruppo Gartner pongono una constatazione tanto semplice quanto essenziale: a livello tecnico Linux offre ottime prestazioni, ma il suo maggiore ostacolo è la mancanza di visibilità in pubblico. “È una questione di marketing, non di tecnologia. Occorre trovare una grande marca che lo sostenga, ne valorizzi le proprietà e possa commercializzarlo come si conviene.” In altri termini, in assenza di efficaci campagne di marketing, rimane assai difficile raggiungere quella soglia di utenti tale da giustificare lo sviluppo di nuove applicazioni da parte dei programmatori. Una storia già sentita, che però non pare diminuire la penetrazione dell’open source.

Rimanendo tra i computer palmari, da segnalare un programma di sincronizzazione per lo scambio di dati tra PC basati su Linux e i noti Palm. Il software è stato messo a punto dalla canadese Alta Terra Ventures, e rappresenta una delle poche applicazioni attualmente disponibili in grado di far comunicare i palmari con il sistema open source. Secondo l’annuncio di Alta Terra, il programma — chiamato BearOps Handheld Linx — ha dato buoni risultati con Mandrake 8.0 e Red Hat 7.1, oltre che con il sistema distribuito dalla stessa azienda produttrice. Il software è anche in grado di far comunicare tra loro alcuni modelli di calcolatori scientifici prodotti da Texas Instruments con macchine desktop che girano su Linux. Il tutto costituisce un ulteriore, anche se piccolo, passo avanti per l’open source nel settore palmari, dove la compatibilità con altre piattaforme e sistemi rimane comunque elemento importante.

Altra notizia a latere, l’Embedded Linux Portal (ovvero il sito LinuxDevices.com) è tornato sotto la proprietà di Forge LLC, uscendo così dal circuito di CNET Networks, che lo aveva inglobato tempo fa tramite l’acquisizione di ZDNet. Le due società manterranno comunque strette relazioni strategiche, proseguendo lo scambio di contenuti e informazioni tra i rispettivi ambiti. LinuxDevices.com vanta un target ristretto ma qualificato composto da singoli e compagnie che realizzano sistemi embedded e ‘smart device’ basati su Linux ed altri sistemi open source. Un settore, come si è in visto, in forte crescita, che spazia dagli elettrodomestici di largo consumo (set-top box, sistemi d’intrattenimento, computer palmari) fino ad applicazioni di livello industriale quali i sistemi di automazione nell’ambito della robotica e nelle grandi catene di montaggio. L’intento di CNET era invece quello di attirare sul settore l’attenzione di dirigenti high-tech, grandi business e corporation. Da qui la necessità di differenziare e dare più indipendenza al sito, come ha spiegato Rick Lehrbaum, fondatore di DeviceForge e dello stesso LinuxDevices. Questo potrà così incrementare le proprie caratteristiche, ovvero l’offerta di news, analisi, ricerche, elenchi di aziende e prodotti, forum di discussione, spazi per domande e richieste di impiego.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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