Ci sono molti di studi su come le persone utilizzano l’iPad e come, sulla base di questi comportamenti, bisognerebbe pensare l’approccio futuro ai tablet. Le ricerche ci dicono che l’iPad è utilizzato principalmente la sera, nel soggiorno e in camera da letto. È un dispositivo che la gente usa per rilassarsi. Non è apparentemente un dispositivo attivo, come un computer portatile – eccezion fatta, naturalmente, per i giochi. Di recente, Mario Garcia ha detto a proposito che «l’iPad è un compagno da sera» e che «proprio per questo, i consumatori sposteranno la loro attenzione sulla prima serata».
Ricordate la radio?
Non sono d’accordo con Garcia. Non abbiamo ancora visto come le persone useranno davvero l’iPad. Le abitudini non sono ancora cambiate. L’iPad non è ancora sufficientemente “connesso”. Gli sviluppatori di App non sono ancora maturi. Dal punto di vista commerciale, l’iPad deve ancora dimostrare davvero quali sono le sue potenzialità. Nessuno degli studi là fuori racconta la vera storia. Raccontano la storia di come le persone utilizzano «l’iPad ora, prima del cambiamento». Quello che stiamo aspettando è proprio il cambiamento. Prendete la radio. Quando è stata introdotta sul mercato di massa, all’inizio del 1900, era un dispositivo per il consumo. Un dispositivo attorno al quale ci si riuniva la sera (in prima serata) e che permetteva di far divertire tutta la famiglia. Sulla base di tale comportamento degli utenti, qual era il modo migliore per far crescere la radio? Doveva essere qualcosa che le persone potevano consumare, passandoci un’oretta in completo relax. La risposta è stata quella di creare show radiofonici. Non certo come gli orribili reality show che abbiamo oggi, ma show teatrali adattati al formato radiofonico. Qualcosa che assomigliava a una rievocazione radiofonica di una commedia popolare o di un buon libro.
Ma non passò molto tempo prima che la gente si rendesse conto che non c’era bisogno di sedersi attorno alla radio per ascoltare i propri show. Nel mentre potevano fare altre cose. Così la radio si è fisicamente ridotta, tanto da diventare portatile. È finita così col passare da qualcosa attorno al quale ci si sedeva per rilassarsi, a qualcosa che poteva essere portata in giro e utilizzata in modalità on o off, a piacimento. I grandi show da un’ora sono stati sostituiti per lo più da un tipo di programmazione che ha incoraggiato palinsesti con molti contenuti di qualità spalmati durante tutto il giorno. Ma non c’era certo bisogno di ascoltarli tutti continuamente. Il formato del contenuto si era evoluto. Si potevano ascoltare per un po’, andare via, tornare e scoprire che stava comunque passando qualcosa di interessante. Il comportamento degli utenti radiofonici è cambiato radicalmente. Le modalità di fruizione radiofonica di oggi sono totalmente diverse da quelle degli albori. Riuscireste a immaginare una radio venduta oggi come un «oggetto attorno al quale si riunisce la famiglia»? Senza sottolineare che la radio ha dei format estremamente limitati.
Consumo start and stop
Stiamo assistendo esattamente allo stesso fenomeno con l’iPad. Il comportamento degli utenti per i contenuti legati alla lettura si basa sui vecchi modelli. Leggiamo le riviste digitali come leggiamo quelle cartacee. Qualcosa che facciamo la sera, per rilassarsi nella comodità del nostro salotto o del nostro letto. Ma proprio come con la radio, la gente sta cominciando a rendersi conto che l’iPad fornisce un livello maggiore di libertà. E rispetto alla radio, l’iPad è infinitamente più flessibile. Le modalità secondo le quali le persone gestiscono il proprio tempo sono destinate a cambiare. Lo abbiamo già visto con i libri. Quando li avevamo solo in formato cartaceo, i libri erano qualcosa che ti portavi a letto la sera o utilizzavi nel fine settimana. Ma con l’iPhone e Audible.com, molte persone ora leggono libri durante tutta la giornata, in attesa di qualcuno, mentre fanno shopping, mentre sono in palestra, mentre sono in fila, durante la guida verso il lavoro o mentre vanno a una riunione.
Il comportamento degli utenti si sta spostando. Si passa progressivamente dal consumo dedicato a quello frammentato: vi si attinge quando si ha un attimo. La gente, per rilassarsi, legge ancora libri in serate tranquille, ma il punto è che è solo una parte di quello che fanno. Gli editori di oggi non possono progettare libri che vanno consumati in salotto. È necessario concentrarsi sulla creazione di un libro da cui le persone possano attingere quando hanno un momento, indipendentemente dal quel momento. Che siano dieci minuti prima di una riunione o siano due ore di una domenica pomeriggio. Ed è lo stesso con i giornali o le riviste. Non si può pensare di creare un magazine che venga consumato la sera. Questo è quello che la gente fa oggi con l’iPad, ma solo fin tanto che non realizzeranno quello che veramente possono fare con un tablet. Un’attesa di 5 minuti per scaricare una rivista non è un problema se avete intenzione di trascorrere due ore sul divano con una tazza calda di tè. Ma è un problema enorme se si desidera leggere per un momento mentre si aspetta l’autobus.
Produttività da reinventare
La tendenza è chiara (lo era e lo è sempre di più). Il futuro dei media è dare alla gente quello di cui la gente ha bisogno in quel preciso momento. È lo stesso con un podcast di un’ora. Nonostante possa essere progettato per ottenere un’ora di intrattenimento mirato, non è quella la modalità con cui la gente ne fruisce. Si ascolta parte di esso sulla strada per il lavoro, un’altra parte quando si è alla guida verso una riunione e il resto sulla strada di casa. È una mentalità “start and stop”. E questa è solo la parte relativa ai consumi. Il vero trend è quello che ci dice come l’iPad sta per trasformare il modo di lavorare. Adobe, per esempio, ha creato l’SDK per la sua suite creativa, che permette ad applicazioni desktop come Photoshop di interagire direttamente con l’iPad. È possibile ad esempio trasformare l’iPad in un miscelatore di colori. O è possibile disegnare realisticamente usando il tatto e vedere il tutto direttamente in Photoshop. Oppure date un’occhiata a questo video di Adobe Nav: consente di utilizzare l’iPad come browser e tavolozza degli strumenti. Invece di ingombrare lo schermo principale, l’iPad diventa il centro di comando e il computer desktop si trasforma in schermo in cui visualizzare il proprio lavoro.
Anche il nuovo iCloud di Apple cambierà il modo di utilizzare l’iPad. Una volta che le foto e i documenti si sincronizzeranno perfettamente su tutti i nostri dispositivi, tenderemo a usare il dispositivo più prossimo a noi. Si potrebbe iniziare la scrittura delle specifiche di un progetto sul computer di casa, ritoccarle un po’ con l’iPhone in treno, usare l’iPad al lavoro per parlarne e modificarne il piano, finendo poi la sera sul divano. E tutto andrà fondendosi insieme. Lo stesso vale per le immagini: grazie a iCloud, si scatterà l’immagine dall’ iPhone per poi modificarla sullo schermo più grande dell’iPad prima di pubblicarla in un articolo. L’iPad (e i tablet in generale) stanno per rivoluzionare il modo di lavorare. Non sono solo dispositivi dedicati al consumo, anche se questo è l’utilizzo principale che se ne fa. Sono altro che ancora non vediamo perchè non è stato ancora esplorato il reale potenziale di questo strumento.
La fluidità è il futuro
L’iPad sta per trasformarsi in un dispositivo che useremo in modo fluido durante tutta la giornata, in compagnia dell’iPhone (o di un dispositivo equipaggiato con Android). E man mano che l’iPad diventa più connesso e gli sviluppatori e le persone creeranno nuovi modi per lavorare e divertirsi, il consumo si sposterà ulteriormente da un modello da prime-time a un modello start and stop. Sarebbe sbagliato prendere decisioni basata su ciò che la gente fa oggi. Bisognerebbe guardare le tendenze.
Chiedetevi: come si può emergere in un mondo in cui ci si muove in maniera fluida tra dispositivi?
Un mondo in cui si consuma ogni volta che abbiamo un momento. Un mondo in cui si mescola il consumo con la condivisione e la comunicazione con le persone intorno a noi (a livello globale). Un mondo in cui non siamo tenuti a sederci dietro un computer per lavorare. Un mondo in cui una combinazione di dispositivi ci consente di essere più produttivi. Un mondo in cui il “quando” e il “come” facciamo qualcosa si basa su esigenze individuali e non sul mercato di massa o prime-time. Un mondo in cui il tablet controlla il televisore e ci permette di interagire invece di consumare passivamente. Un mondo che non è basato sulla fabbrica del pensiero dove le serate si passano seduti passivamente sul divano a “consumare” contenuti. La fluidità è il futuro. È il modo con cui la gente utilizzerà l’iPad e tutti i dispositivi simili. E sta accadendo oggi.
Il flusso e gli editori
Questo è anche il motivo per cui oggi è così importante per gli editori abbracciare l’idea di flusso. Creare un’applicazione in cui è necessario sfogliare per passare da una pagina all’altra, significa creare qualcosa costruita sulle vecchie abitudini degli utenti, diventando impossibile da utilizzare quando si ha solo un attimo. La soluzione è invece quella di creare un flusso. I blogger hanno notato questo molto tempo fa progettando la maggior parte dei blog come un flusso di messaggi. E gli utenti li hanno seguiti. Bisogna rendere le app estremamente semplici, così che la gente possa tuffarvici in qualsiasi momento. Questo è il motivo per cui applicazioni come Flipboard sono diventate popolarissime. È stata progettata interamente attorno al concetto di «offrire quello che serve in qualsiasi momento», concependo il tutto come un flusso di contenuti (e rafforzando il tutto con un layout leggibile).
Gawker sta facendo lo stesso, anche se in modo diverso. Progettandolo più o meno come un blog. Molto può essere detto a proposito delle strategie di creazione dei contenuti di Gawker e della loro realizzazione tecnica. Ma hanno assolutamente ragione sul concetto di flusso. Le riviste e giornali per iPad che si stanno concentrando su uscite giornaliere, settimanali o mensili, con copertine e pagine da sfogliare, sono progettate per un mondo in cui il consumo è qualcosa che necessita di un divano e un po’ di tempo. E quello non è certo un mondo in cui si controlla cosa c’è di nuovo, quando hai un momento – per quanto a lungo quel momento possa durare.