Tecnologie punitive per gli onesti
Il sistema anticopia usato, il Cactus Data Shield dell’israeliana Midbar, dovrebbe impedire la lettura dell’album su personal computer. Stando alle segnalazioni che circolano in Rete (The Register – NTK), l’unico modo per suonare il CD su un personal computer è usare l’apposito programma, contenuto sul CD stesso, che consente di suonare una versione MP3 delle canzoni su una macchina dotata di Windows. Le tracce MP3 sono registrate in un formato proprietario (unico file da qualche decina di megabyte) e a qualità molto mediocre (bitrate di 128 kbps secondo alcune fonti, 80 kbps/32 kHz secondo altre)
Il programma è sul CD soltanto in versione per Windows, per cui il disco non funziona del tutto su macchine Linux e Mac. Bella discriminazione. Non solo: secondo la BBC e il sito della Campagna per i Diritti Digitali, il disco di Natalie Imbruglia non è suonabile neppure sulla PlayStation 2, su alcuni lettori DVD e su alcuni lettori di CD non recenti; inoltre il CD non è riversabile su un Minidisc Sony.
Nessuna di queste limitazioni è indicata sulla confezione del disco, per cui gli acquirenti sono ignari di comperare un prodotto che potrebbe non funzionare sul loro lettore, non può essere suonato sul loro computer e non può neppure essere riversato sul loro lettore MP3; tutte cose che invece i
CD normali consentono.
Come vi sentireste se la Fiat decidesse che la nuova Stilo si può guidare soltanto sulle strade del Veneto, sulle autostrade della Campania, e non può circolare in Svizzera? Come vi sentireste se lo scopriste dopo aver acquistato la macchina? Questo è esattamente quello che stanno facendo
adesso le case discografiche.
…ma irrilevanti per i disonesti
La cosa ironica è che basta sfogliare un qualsiasi programma di condivisione musicale, come Morpheus, per trovare l’intero CD di Natalie Imbruglia sprotetto in formato MP3. Gratis. Per maggiore ironia, la versione australiana del CD non è protetta (come se in Australia non esistessero i pirati musicali). In altre parole, chi vuole piratare il disco può farlo senza alcuna difficoltà; l’acquirente legittimo, invece, si trova impedito su tutti i fronti. Bel modo di trattare i clienti paganti.
C’è di peggio. La Universal Music ha dichiarato che tutti i suoi CD pubblicati dopo ottobre 2001 sono o saranno dotati di protezione anticopia. Questo significa che voi ed io, consumatori onesti che vogliono semplicemente farsi una copia di scorta della musica che hanno regolarmente acquistato e pagato e non intendono fare alcuna pirateria, in futuro saremo costretti sempre più spesso a perdere ore e ore per scavalcare queste “protezioni” (che non proteggono un bel niente) per poter godere di un nostro diritto. Oppure dovremo diventare “pirati” e scaricarci gli MP3 da Internet. Se volete essere onesti fino in fondo, nel caso del disco di Imbruglia, le istruzioni (in inglese) per sproteggere la vostra copia legittima sono qui.
Prove tecniche di ribellione?
Ma i consumatori non restano con le mani in mano: si stanno organizzando. Stanno nascendo siti che elencano i CD anticopia, in modo da avvisare il consumatore prima dell’acquisto, e spiegano agli acquirenti legittimi come sproteggerli. Per i CD distribuiti in Europa, l’elenco è disponibile qui; l’elenco mondiale è presso Fat Chuck’s.
Cosa più importante, i consumatori hanno ottenuto la loro prima, importantissima vittoria: la BMG ha dovuto promettere che ritirerà dal mercato le copie protette del disco di Natalie Imbruglia e sostituirà gratuitamente tutte le copie protette già acquistate. Come segnalato dal sito UK Eurorights.org, un acquirente inglese ha infatti protestato presso un Virgin Megastore perché il disco di Imbruglia, comprato nel megastore pochi giorni prima, non suonava sul suo PC. La Virgin ha risposto dicendo che la BMG distribuirà a breve una nuova edizione del CD di Imbruglia priva di protezione anticopia, e che a partire dal 19 novembre gli acquirenti possono telefonare a un apposito numero per farsi mandare una busta prepagata in cui restituire il CD protetto, che verrà sostituito gratuitamente con un CD nuovo non protetto.
Complimenti, signori discografici. Prima avete speso l’iradiddio per la tecnologia anticopia, ora spendete altrettanto, se non di più, per mandare al macero i CD protetti, ristamparli non protetti, gestire tutta la trafila della sostituzione, e fare figuracce da cioccolatai.
E poi ci venite a dire che i CD costano cari per colpa della pirateria?