Il Verdetto, quello con la V maiuscola, finalmente, è stato enunciato e mette fine a una diatriba che dura da anni e che vedeva ufficialmente contrapposti Microsoft e nove Stati americani.
In realtà, un processo che ha toccato un settore nuovo e importante dell’economia e il più grande gruppo che a questo fa riferimento. In gioco, la libertà di mercato, la concorrenza e il rispetto dei consumatori che ambedue le parti dicevano di difendere.
Tutto il peso di questa sentenza su una donna, il giudice federale di Washington, Colleen Kollar-Kotelly che, alla fine, ha deciso di approvare quasi tutte le clausole dell’accordo amichevole concluso un anno fa tra Microsoft e il governo americano, respingendo le sanzioni richieste dai nove Stati ancora in causa.
La giudice ha messo una pietra tombale sulla causa, giudicando che l’accordo amichevole “soddisfa l’interesse del pubblico”. Su questo era chiamata a giudicare, dopo che la corte d’appello aveva rimandato la causa al tribunale di primo grado, con il compito di rispondere a domande precise.
La giudice, però, ha messo una clausola “personale” all’approvazione dell’accordo. Lei vuole che Microsoft e il dipartimento di Giustizia si mettano d’accordo per darle completa autorità per far rispettare le clausole del patto.
“Molte delle sanzioni proposte dagli Stati in causa – ha spiegato la giudice, per giustificare il rigetto delle loro richieste – necessiterebbero di modifiche drastiche ai prodotti della Microsoft”. Modifiche per le quali i nove Stati “offrono poche o nessuna giustificazione legittima”.
Microsoft ha, giustamente, esultato. L’approvazione da parte della giudice dei principali punti dell’accordo amichevole è “importante non solo per Microsoft”, come affermato da un portavoce dell’azienda, “ma anche per l’industria e i consumatori”.
L’azienda, leader mondiale del software, aveva sempre difeso le sue posizioni, fino all’accordo amichevole, ultimo passo possibile.
“È stato un caso molto complesso e molto lungo”, ha ancora detto il portavoce a caldo dopo il verdetto, “la giudice Colleen Kollar-Kotelly ha deliberato un verdetto molto dettagliato e molto complesso e Microsoft vuole subito esaminarlo in dettaglio”.